60 x 46 x 10
XVII-XVIII secolo
Cornice a edicola con Cristo risorto
Marmi policromi antichi e di recupero, cm 60 x 46 x 10
L’edicola a fontale architettonico è realizzata in marmi preziosi, probabilmente frutto di un recupero da fastose costruzioni o elaborati oggetti dell’antichità. I marmi utilizzati paiono essere il giallo antico, prelevato sin dai tempi dalla repubblica romana dalle cave della Numidia, e il marmo rosso di Sicilia, estratto dalle cave nei monti Inici, alle spalle del borgo di Castellammare del Golfo, nel trapanese. Per quanto concerne il marmo giallo antico, questo è utilizzato dai numidi già a partire dal II secolo avanti cristo. Plinio ne attribuisce l’introduzione a Roma a Marco Emilio Lepido nel 78 a.C., che ne utilizzò dei blocchi per le soglie della sua casa. Svetonio riporta che il popolo fece innalzare nel Foro romano una colonna onorifica di marmo numidico dedicata a Cesare; Augusto lo utilizzò per le colonne del peristilio della sua casa sul Palatino insieme al marmo portasanta e al marmo pavonazzetto e ne fece inoltre largo utilizzo nel suo Foro. Le cave divennero ben presto di proprietà imperiale e questa varietà di marmo venne largamente utilizzata per fusti di colonna e rivestimenti parietali e pavimentali negli edifici pubblici delle città più vicine alla costa del Mar Mediterraneo, e in particolare venne esportato nella penisola italiana. Era inoltre utilizzato per statue di barbari o di bestie selvagge, in relazione alla sua provenienza. Nel III secolo le cave andarono probabilmente esaurendosi e il giallo antico fu progressivamente soppiantato da brecce gialle di altra provenienza e di minor pregio. Il marmo rosso di Sicilia, anch’esso impiegato sin dai tempi della repubblica romana, viene frequentemente utilizzato nell’architettura siciliana rinascimentale e barocca.
La struttura dell’edicola ricorda le architetture elaborate ed eclettiche dell’Italia barocca, spesso contraddistinte per i dettagli a voluta che si riscontrano sulla base di questo elegante oggetto.
A chiusura dell’edicola è posta un’anta di metallo dipinta entro cui è rappresentato un calice dell’eucaristia ricolmo del sangue di Cristo: questa iconografia, dalla fortuna visiva esigua, trova una limitata diffusione nell’Italia meridionale nel Settecento.
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