XVII secolo
Olio su rame, cm 12,5 x 10
XVII secolo
Santa Chiara d’Assisi
Olio su rame, cm 12,5 x 10
Una biografia diffusa e completa di Santa Chiara venne redatta dal famoso Tommaso da Celano, probabile autore del celeberrimo Dies Irae, all’indomani della canonizzazione della Santa. Chiara (1194-1253) proveniva da una nobile famiglia di Assisi, figlia del conte Favarone di Offreduccio degli Scifi e di Ortolana Fiumi; quando venne a conoscenza, ancora bambina, della rinuncia ai beni da parte di Francesco, fuggì di casa e si unì a quel gruppo di frati minori che si era stretto intorno al Santo. Dalla chiesa di primo rifugio di Santa Maria degli Angeli, subito nota come della Porziuncola, Chiara volse in quella di San Damiano, dove si circondò di “povere recluse” poi dette Clarisse. Questo primo ordine femminile, di cui fu nominata badessa, ottenne più tardi la Regola grazie a Francesco.
Nel presente rame la Santa è raffigurata mentre ostende in silente adorazione un ostensorio/pisside, contenente una sacra ostia. La luminosità che dilaga nella scena, all’apparenza risulta puro omaggio al nome della Santa, derivante da clara (lux), come stabilito da una voce divina che predisse alla di lei madre, entro la cattedrale di San Rufino, la futura nascita della Santa. Nei fatti si intende tuttavia fare riferimento alla difesa della città di Assisi, offesa per ben due volte dai saraceni che militavano mercenari entro le fila dell’esercito di Federico II imperatore. Quando questi soldati cercarono di violare il convento di San Damiano, la Santa, nonostante fosse in quel tempo malata, si portò alle mura della città con la pisside che conteneva il Santissimo Sacramento, alla cui vista i Saraceni si volsero a immediata fuga.
È possibile trovare conferma iconologica della diffusione della presente pisside in altri ritratti della Santa, dipinti da Jacopo Chimenti (1551-1640) detto l’Empoli (oggi nel Conservatorio di Santa Chiara di San Miniato), Lorenzo Lotto (Pala di S. Francesco al Monte, Jesi, Pinacoteca Civica, 1526), Alessandro Bonvicino detto il Moretto (Polittico dell’Assunta nel pannello oggi a Brera, 1529-30; Pala di Pralboino in chiesa di S. Andrea a Pralboino, 1540-45) e Giovan Battista Moroni (Museo Diocesano Tridentino, Trento, 1548).
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