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Epoca

XIX secolo

Misure

Marmo, alt. cm 59, 5

Descrizione

Louis-Ernest Barrias (Parigi, 1841 – ivi, 1905)
Venere con lo specchio su uno scoglio
Marmo, alt. cm 59, 5
Firmata “E Barrias”

Il rinnovamento della bellezza classica venne sfruttato durante il corso dell’Ottocento quale virtuoso formalismo. Il silente rimando ad un’aura antichizzante, tipico di quale scultura oppure opera pittorica fosse stata modellata secondo le vestigia dell’antico, avrebbe infatti aggiunto una positiva connotazione al manufatto artistico, esemplato sull’ordinata simmetria della composizione. Il noto riguardo classico nei confronti della ponderata misurazione dell’armonia corporea ricorre anche nella presente scultura, che occhieggia all’età moderna tramite il soggetto raffigurato, in apparenza una giovane fanciulla con uno specchio in mano. Nei fatti è possibile riconoscere nell’immagine femminile caratterizzata da un’eterea seminudità facentesi al tempo stesso eroica, la raffigurazione della dea Venere. Sin dall’età classica le tipizzazioni attraverso le quali vennero definendosi sempre più differenziate immagini della dea furono sinonimi dell’aggiornamento della scultoria, virante ad un’umanizzazione maggiore delle divinità in generale. Venere / Afrodite mentre prende un bagno (come nel caso dell’Afrodite di Sinuessa del Museo Archeologico Nazionale di Napoli), in procinto di uscire od entrare in acqua, così come il tipo della dea che reca a Paride il pomo della vittoria nell’ambito della guerra di Troia, si affiancarono a rappresentazioni più vezzose della divinità. La presente trova archetipo, seppur diverso nella concezione, nella Venere di Capua, copia romana di II secolo d.C. di un’originale in bronzo del IV a.C. (oggi nelle collezioni del Museo archeologico nazionale di Napoli), ritraente la divinità mentre regge lo scudo di Marte / Ares, specchiandovisi.
La scultura è opera di Louis-Ernest Barrias, scultore dell’epopea parigina di fine secolo. Figlio d’arte, l’artista apprese i rudimenti dell’arte del modellato dal padre, pittore di porcellane; il trapasso al mondo della scultura avvenne per il tramite della conoscenza di Pierre-Jules Cavelier (1814-1894), insegnante e sostenitore dell’accademismo più classicista. Del 1858 fu l’ammissione presso l’École nationale supérieure des Beaux-Arts della capitale, dove Barrias poté apprezzare la lezione di ulteriori insegnanti, quali Jean-Baptiste Carpeaux (1827-1875), prediletto dello stile del Secondo Impero di Napoleone III. Vinse l’ambito Prix de Rome nel 1865, e la successiva maturazione artistica derivò lui la commessa delle decorazioni presso l’Opéra parigina e l’Hôtel de la Païva degli Champs-Élysées. Sebbene influenzato dall’Art Nouveau dilagante, Barrias elaborò uno stile ricco di richiami al classico, come si evince anche nelle opere oggi in collezione museale, quali Les Chasseurs d’alligators ou Les Nubiens (Muséum d’Histoire Naturelle di Parigi) e The First Funeral or Adam and Eve carrying the body of Abel (Petit Palais di Parigi).

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