Seicento
72 x 96 cm. - In cornice 89 x 112 cm.
Scuola emiliana del Seicento
Attribuibile a Benedetto Gennari (Cento, 1633 – Bologna, 1715)
Venere che disarma Amore
olio su tela (72 x 96 cm. – In cornice 89 x 112 cm.)
Dettagli completi (clicca QUI)
Splendido il soggetto della nostra tela, Venere che disarma Amore, tradizionalmente commissionato per celebrare l’amore tra una coppia di coniugi (famoso il dipinto di Alessandro Allori commissione da Francesco I per onorare la sua unione per Bianca Cappello).
Cupido, figlio di Venere, è qui rappresentato come un fanciullo alato che, secondo la tipica iconografia, porta una faretra all’interno della quale custodisce le frecce pronte per colpire i futuri innamorati. Venere, sottraendogli di mano l’arco ed una freccia, intende sancire che ormai il compito di Cupido non è più necessario.
Così facendo priverebbe il dio del mezzo utile a far innamorare o disinnamorare la gente, ora visibilmente infastidito e irritato, tanto da cercare invano di riprendersi la sua arma.
Per questo particolare soggetto è pertanto agevole avanzare l’ipotesi che si tratti di una allegoria dell’amore coniugale, in cui Venere, privato dei poteri il piccolo figlioletto, ha pertanto il ruolo di protettrice della felicità – e della fedeltà – matrimoniale.
Si tratta di un’opera di elevato fascino, sia per il significato che per la qualità pittorica, entrambi caratteri che ne denotano la vicinanza con la migliore produzione bolognese della prima metà del Seicento, caratterizzata da una armoniosa fusione tra gli insegnamenti ereditati dal classicismo di Guido Reni con quelli, preponderanti, di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (Cento 1591- Bologna 1666), alla cui prestigiosa bottega siamo propensi attribuire il presente dipinto.
Tali considerazioni sono avvalorate osservando nel dettaglio gli aspetti stilistici nonché l’esecuzione, la qualità e il fatto che non si riscontrano immagini strettamente analoghe.
Sebbene sia tutt’altro che agevole individuare senza esitazione un nome nel novero degli autori gravitanti all’intento della bottega, siamo propensi ad individuare quello nel nipote e suo stretto collaboratore Benedetto Gennari (Cento, 1633 – Bologna,1715). Il modo di ritrarre i personaggi, con uno stile così realistico che si distacca dal gusto baroccheggiante volto ad abbellire le figure tramite forme e colori, l’uso della luce che cade dall’alto proponendo effetti chiaroscuri sono caratteristiche che rimandando allo stampo del Guercino.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
Il dipinto viene venduto completo di una piacevole cornice dorata ed è corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l’Italia che per l’estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.
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