XV secolo
cm 143 x 56
Seguace di Pietro Vannucci detto il Perugino (Città della Pieve, 1448-Fontignano, 1523)
Sant’Antonio con Gesù bambino
Olio su tavola, cm 143 x 56
Un giovane Sant’Antonio viene qui raffigurato nella classica iconografia che lo vuole stante, abbigliato con la tipica tunica del frate francescano stretta in vita da un cordone. La mano destra impugna un mazzolino di gigli, la destra regge un libro dalla copertina rossa sul quale è seduto Gesù bambino benedicente.
La figura del Santo occupa l’intera superficie della tavola, dal taglio spiccatamente verticalizzante, e dà le spalle a uno scorcio paesistico. La posa, con un ginocchio flesso alla maniera della statuaria antica, ci permette di collocare tale raffigurazione nel primo Cinquecento. Proprio la ripresa di proporzioni classiche, così come la grazia compositiva e le fisionomie delicate dei personaggi rimandano a una mano che ben ha conosciuto Pietro Vannucci detto il Perugino. Nato a Città della Pieve nel 1448 si formò nella fervente realtà artistica perugina della seconda metà del Quattrocento, a contatto con le opere di Piero della Francesca, Beato Angelico e Benozzo Gozzoli e Benedetto Bonfigli. Nel 1467-1468 è a Firenze dove si forma nella bottega di Andrea Verrocchio, la stessa che vide formarsi Leonardo da Vinci, esercitandosi in pittura scultura e oreficeria, coltivando l’importanza del disegno dal vero. Terminati i nove anni di apprendistato nella bottega del Verrocchio, Perugino si iscrive all’Accademia di San Luca e dai primi anni Sessanta apre una propria bottega a Firenze, che accoglie Raffaello, Rocco Zoppo (1450 – 1510), e Francesco Ubertini detto il Bachiacca (1494-1557). Nel 1501 apre una seconda bottega a Perugia da cui ne scaturisce una scuola umbra che diffonderà il linguaggio artistico del Vannucci.
Perugino ricevette numerose committenze di alto livello in diversi centri, come Firenze e Perugia, ma divenne noto a Roma, dove è attivo nella decorazione della Cappella Sistina, venendo poi riconosciuto come uno dei fautori della così
Le analogie con l’opera in esame si fanno più stringenti con quelle della maturità del Vannucci come; il Polittico di Sant’Agostino alla Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia, la Madonna di Loreto al Victorian and Albert Museum, Londra, Pala di San Sepolcro nel Duomo di Sansepolcro. Tutte opere caratterizzate dal tono aulico, iscritte in un diagramma compositivo calmo e sereno; anche nelle scene dove è intrinseca una certa drammaticità, ad esempio nella Pietà fra i Santi Giovanni Evangelista e Maddalena in Santa Maria Maggiore a Spello, nei i volti dei personaggi non traspare alcun pathos. La medesima compostezza e ricerca di grazia formale si ravvede d’altronde nel Sant’Antonio in esame che, in virtù del taglio verticale del supporto non è da escludere che potesse far parte di una pala o di un polittico a complemento, dunque, di un’opera di maggior grandezza. Al Metropolitan Museum di New York sono conservati due pannelli raffiguranti entro nicchie i Santi Giovanni Battista e Lucia che ancora una volta si possono accostare al Sant’Antonio qui illustrato. La coppia di Santi del Metropolitan faceva parte della pala d’altare nella chiesa della Santissima Annunziata a Firenze, iniziato da Filippo Lippi e terminata dal Vannucci al principio del Cinquecento.
Fra gli artisti appartenenti alla scuola umbra che prese le mosse proprio dal Vannucci, Sinibaldo Ibi è forse quello che più si accosta alla mano che realizzò il presente dipinto. Poco è noto della sua biografia, se non che fu attivo al principio del Cinquecento, probabilmente risiedeva a Gubbio e che nel 1527 è registrato come membro della gilda di Perugia. Tra le opere certe si annoverano una Madonna con Bambino, tra i santi Sebastiano e Tibaldo per il Duomo di Gubbio del 1507 e Nella Pinacoteca Civica di Perugia vi è una sua Annunciazione del 1528. Presso la Galleria Nazionale dell’Umbria sono conservate altre prove dell’artista: due tavole raffiguranti madonna con bambino fra Santi e due tavole, forse sportelli di una grande macchina d’altare, rappresentanti sul dorso San Sebastiano e San Rocco.
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