Seguace del Maestro dei fiori guardeschi, “Vaso fiorito”. Epoca, II metà del XIX secolo.

Seguace del Maestro dei fiori guardeschi, “Vaso fiorito”. Epoca, II metà del XIX secolo. Quadro in prima tela.  Cornice in legno di pioppo laccata e dorata coeva al dipinto. L’anonimo e ottocentesco autore del dipinto in questione si ispira in maniera diretta ai modi del cosiddetto “Maestro dei fiori guardeschi”,  personaggio attorno al quale la critica ha raccolto un cospicuo numero di nature morte, tutte caratterizzate da una pennellata  veloce e materica, da una composizione leggera e da un’asimmetria nella struttura delle parti. Nel caso presente, la tela raffigura un vaso fiorito, posto di sbilenco su di una mensola in pietra. Il recipiente in ceramica è a sua volta dipinto nel corpo centrale a rappresentare una scena bucolica, con un pescatore su di un piccolo ponte in primo piano, ponte che unisce le sponde di uno stretto torrente, su di una delle quali troneggia un pino. Sullo sfondo, si apre un paesaggio collinare, il tutto reso con uno stile bozzettistico e compendiario. Forse, è proprio questa raffigurazione paesaggistica a trompe-l’oeil su ceramica  a suggerire  il centro di produzione dell’opera. L’Emilia-Romagna di fine ‘800 fu terra di grandi pittori su ceramica (su tutti ricordiamo il bolognese Luigi Banzi e il faentino Tomaso Dal Pozzo), che lavorarono per le più prestigiose fornaci dell’epoca, ornando anfore biansate e soprattutto i grandi vasi senatori proprio con scenette paesistico-bucoliche simili a quella presente nella nostra tela. Non è pertanto da escludere una paternità emiliano-romagnola della natura morta.

Provenienza: Bologna, Collezione Privata.

Si rilascia certificazione di garanzia a norma di legge circa l’autenticità e la lecita provenienza dell’opera.