XIX secolo
tela cm 71 x 58 cm - compresa cornice cm 97 x 80 cm
dipinto originale di genere animalier a tema equestre.
L’opera raffigura un ritratto equestre di un nobile a cavallo in abiti eleganti, mentre galoppa nel paesaggio in un’atmosfera luminosa e suggestiva. L’animale un Purosangue Arabo baio esprime la nevrilità e l’eleganza innate di questa razza, coda e criniera fluenti, testa camusa con una stella bianca che evidenzia la finezza anatomica, l’incollatura affusolata e il gesto atletico che si esprime in un galoppo leggero e ritmico. La cavalcatura perfetta per una classe borghese che si avvicina all’equitazione non più solo come unico mezzo di trasporto ma anche come disciplina sportiva con un seguito di appassionati allevatori e committenti generosi che incrementarono la produzione artistica del genere animalier.
Stotz era un talento silenzioso ma si era già fatto un nome come “ PITTORE DI CAVALLI” nelle residenze nobiliari come ritrattista e paesaggista dallo stile iper realistico. Tra gli appassionati è risaputo che a partire dal XVIII secolo, il Regno Unito fu la patria delle corse in piano e degli sport equestri. Gli allevatori membri della nobiltà e dell’alta borghesia iniziarono ben presto a creare dei clubs esclusivi, denominati Country Club, riservati ai soci dove furono commissionati ed esposti i ritratti di tutti i campioni vincitori delle competizioni. I migliori soggetti tra stalloni e fattrici portatori di linee di sangue purissime furono i modelli degli artisti che soggiornavano nelle dimore vicino alle scuderie per ritrarli dal vero. In quell’epoca fu costituito lo Stud Book ufficiale di razza dove fu stabilito lo standard e fissati i criteri allevatoriali in purezza. Ancora oggi il Purosangue Inglese detiene il titolo di “ razza miglioratrice” per l’apporto di sangue nel cavallo sportivo. Gli inglesi furono tra i primi committenti e collezionisti di ritratti a tema equestre e il cavallo considerato assoluto protagonista, a partire da George Stubbs il primo a ritrarre un cavallo a grandezza naturale su fondo neutro e senza cavaliere, diede vita ad una vera e propria scuola di artisti gli “ Animal Painters” che diffusero questo stile di nicchia in tutto il mondo. Mostrare un cavallo di proprietà ritratto in un dipinto ed appeso in casa, fu altrettanto considerato uno status symbol come detenerlo da allevatore in scuderia o impiegato sul campo di gara, elevando il prestigio culturale e di appartenenza del proprietario all’interno dell’alta società dell’epoca. La Regina d’Inghilterra, abile amazzone ed appassionata di equitazione, riuscì a gestire l’allevamento delle Scuderie Reali ottenendo numerosi successi e grandi campioni a livello internazionale.
Otto Stotz pittore animalier specializzato in tema equestre.
Inizia la carriera artistica da autodidatta dimostrando uno spiccato talento e spirito d’osservazione uniti ad una tecnica eccellente e raffinata. Un testimone della cultura equestre tedesca, del suo amore per questi splendidi animali e creatore per la Corte austriaca, patria dell’ Alta Scuola di Vienna di una vera e propria “ galleria della bellezza”. Un artista quasi sconosciuto, poco studiato ma una rivelazione per il genere Animalier.
L’esordio tra il 1830 e il 1840 a Stoccarda avviene presso la Corte del Re di Wuerttenberg con la commissione di alcune opere di genere militare: battaglie e parate dove sono presenti gli ufficiali e ritratti equestri di famiglia.
Stotz dirige poi il proprio interesse solo ed esclusivamente sui cavalli, abile disegnatore ed appassionato di equitazione, frequenta le Scuderie reali per osservare i soggetti dal vero e realizzare numerosi bozzetti che perfeziona e traduce su tela in studio. Lo stile accademico riprende una nota suggestiva romantica per l’ambientazione, le bellezze naturali circostanti e l’attenzione maniacale rivolta ai dettagli, nulla viene trascurato: dall’anatomia espressiva e plastica alla bardatura dei cavalli, dalla ritrattistica umana all’abbigliamento dei cavalieri, il tutto realizzato minuziosamente in una composizione armoniosa dove emerge la naturale predisposizione dell’artista e la profonda conoscenza del genere animalier. Una nota affascinante che va oltre la mera rappresentazione estetica.
Nel 1839 – 1839 ritrae il König Guglielmo I con il seguito a cavallo, il dipinto di grandi dimensioni è conservato nelle sale del Castello di Friedrichshafen.
Si trasferisce a Vienna nel 1840 ed inizia ad esporre le opere in mostre collettive, ricevendo il consenso della critica e dei collezionisti appartenenti all’alta società ed appassionati di ippica.
Dal 1841 al 1852 frequenta l’Accademia di Belle Arti a Vienna ed espone le opere dedicate ai cavalli presenti nelle Scuderie Reali, diventerà il “ pittore dei cavalli” ufficiale di corte.
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