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Racconto dei giorni 1 e 2 di un viaggio dedicato ad uno degli architetti più famosi del secolo scorso

Questo non è un diario di viaggio su Barcellona e la sua vivibilità da turisti, ma quello che Nowarc ha fatto in quattro giorni di agosto in un percorso dedicato esclusivamente al mondo dell’architettura, di interni ed esterni, sulle meraviglie di Antoni Gaudì.

Una breve introduzione per chi passa di qui la prima volta:

Nowarc si occupa della vendita di decine di articoli di Antiquariato, Modernariato e Arte Contemporanea ma allo stesso tempo la valorizzazione del mercato ha bisogno di basi salde alle quali ancorarsi: nasce più di un anno fa The ARCult, la webzine che sintetizza la passione per l’Arte ed il Collezionismo tramite gli eventi culturali (mostre, fiere, festival) che attraversano la penisola. Questa volta Nowarc ha oltrepassato i confini nazionali per diversificare e allo stesso approfondire i contenuti che alimentano il suo intero universo.

Ma torniamo a noi:

Antoni Gaudì nasce nel 1852 e fin dai giovani esordi, costellati di parziali insuccessi scolastici tipici dei geni creativi, si mostra particolarmente attento alla commistione di diversi stili apparentemente estranei fra loro, soprattutto afferenti alle due macro aree del neogotico e dell’arte orientale.

Se la prima avrebbe caratterizzato gli esordi della sua giovane carriera, la seconda avrebbe accompagnato la grande vocazione che l’architetto viveva nei confronti di Madre Natura: un vero e proprio contatto con la Madre Terra che gli avrebbe permesso di distaccarsi dalle rigide leggi della geometria euclidea per abbracciare quelle della natura, le sole originali. Essere originali infatti, secondo il Maestro, non vuol dire nient’altro che risalire all’origine delle forme e della vita, in cui il mondo animale, vegetale e minerale confluiscono tutti all’interno di un unico grande progetto, che si traduceva sempre in una delle sue creazioni architettoniche.

Sulla base di queste informazioni, che da sole non rendono giustizia alla complessità dell’universo Gaudiano, NowArc ha deciso di visitare 5 monumenti realizzati dall’architetto, facenti parte delle maggiori destinazioni turistiche della città grazie anche al loro status di Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Giorno 1: Casa Vicens

Nonostante Barcellona sia soggetta alle dure leggi del turismo di massa, che la città riesce tuttavia a controllare in modi tutt’altro che improvvisati, vi sono alcuni gioiellini meno battuti di altri. È questo il caso di Casa Vicens, meta di visitatori appassionati e con maggior tempo a disposizione di visita della città.

La casa sorge nel quartiere Gràcia al Carrer de les Carolines: si tratta della prima casa privata commissionata ad un giovane Gaudì nel 1878 da Manuel Vicens i Montaner, un famoso produttore di piastrelle. Il progetto della dimora venne presentato cinque anni dopo e la sua costruzione finisce ufficialmente nel 1885.

Casa Vicens è stata chiusa al pubblico per circa 130 anni: ha subìto in questo lungo periodo alcune modifiche e trasformazioni che l’hanno resa il luogo che oggi è. Proprio l’anno scorso infatti, il restauro ed il progetto museologico avviato da MoraBanc, una banca privata a gestione familiare con sede ad Andorra, ha permesso una valorizzazione e fruizione di questo luogo come mai accaduto prima.

La casa è diversa da tutte le altre dimore private realizzate da Gaudì: complice una progettazione negli anni giovanili dell’artista, assistiamo ad una commistione di colori sgargianti e vivaci delle piastrelle di ceramica, motivi vegetali che anticipano la concezione naturalistica dell’autore negli interni che progetterà successivamente, motivi orientali che accompagnano strutture di alveoli e stalattiti.

Tre piani, compreso il tetto, in cui si ha la percezione di essere all’interno di un’opera precorritrice delle meraviglie che l’architetto catalano avrebbe realizzato da lì a pochi anni.

Giorno 2: Sagrada Familia

La Sagrada Familia non ha bisogno di grandi introduzioni: fra le mete più visitate della Spagna, è divenuta il manifesto della carriera di Gaudi, oltre ad essere un vero e proprio simbolo della città di Barcellona.

Un cantiere iniziato nel 1882 e non ancora finito con stile neogotico, al quale Gaudì subentrò un anno dopo: l’architetto, consapevole che non avrebbe mai visto la fine dei lavori, decise di completare parte della Basilica in altezza, in modo tale da lasciare una testimonianza ben precisa ai suoi successori quando si sarebbero trovati a completare il lavoro.

Ad alcuni ricorda un castello di sabbia da fuori, mentre nel momento in cui si entra dentro si ha a che fare con uno spazio che ricorda le navicelle spaziali di numerosi film sull’esplorazione dell’Universo. Un luogo di culto in tutti i sensi, meta di pellegrini e di visitatori curiosi di guardare all’opera futurista di uno dei più grandi architetti del secolo scorso.

Il nostro viaggio non è finito qui: sono altri tre i luoghi che Nowarc ha visitato nel corso della permanenza a Barcellona.

A breve, sulla nostra pagina.

Clicca qui per leggere la seconda parte.


Eleonora Rebiscini, storica dell’arte e aspirante blogger, inizia ad affacciarsi nel mercato dell’arte contemporanea.
Passatempo preferito: scattare fotografie al museo e pubblicarle su instagram con @elancora.