Il Castello di Sammezzano si trova nell’omonima località vicino a Leccio, a poco meno di un’ora di macchina da Firenze.
Questo gioiello incastonato in 165 ettari di parco è la più importante costruzione eclettica ed orientalista in Italia ed ha un valore artistico incommensurabile. L’edificio come lo si vede oggi è il risultato della ristrutturazione di una grande fattoria nel 1605 dalla famiglia Ximenes d’Aragona, ma la sua storia comincia molto tempo prima e viene fatta risalire all’epoca romana. Nel libro Storia di Firenze di R. Davidsohn si sostiene che nel 780 d.C. ci sia passato Carlo Magno di ritorno da Roma. Le tenuta passò da diversi proprietari, finché Giovanni Jacopo de’ Medici non la vendette a Sebastiano Ximenes.
La proprietà rimase in mano a questa famiglia, fino ad essere ereditata da Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. Da sempre appassionato d’arte, fu proprio questo marchese a pensare e a realizzare tra il 1842 ed il 1890 il castello con estrema cura e dedizione: oltre a ciò aiutò con svariate donazioni le più importanti istituzione culturali di Firenze, come l’Accademia di Belle Arti, l’Accademia dei Geroglifici e gli Uffizi.
In circa quarant’anni finanziò e progettò il parco ed il castello di Sammezzano, il più importante e significativo esempio di orientalismo in Italia. Tutte le mattonelle, mattoni e piastrelle furono realizzate sul luogo da artigiani e mano d’opera locale adeguatamente istruita e, seguendo la corrente dell’Orientalismo che si abbatté in Europa agli inizi dell’Ottocento, Ferdinando cominciò a cambiare la struttura originale dell’edificio. Infatti, aggiunse diverse stanze, come la sala d’ingresso nel 1853, la sala da ballo nel 1867 e la torre nel 1889. Nel 1878 venne ospitato anche il re Umberto I.
In occasione del bicentenario della nascita del marchese, il 10 marzo 2013 è stato costituito il Comitato Ferdinando Panciatichi (per qualsiasi informazione: http://www.sammezzano.org/).
Successivamente, la tenuta venne utilizzata in diversi modi: durante la seconda guerra mondiale sfortunatamente il castello venne razziato dai nazisti ed in seguito usato come ospedale di fortuna. Nel dopoguerra venne usato come hotel di lusso (dai primi anni ’70 al 1990) e set di svariati film, ad esempio Il fiore delle mille e una notte di Pier Paolo Pasolini (1974) e, più recentemente, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone (2015), interpretato da Salma Hayek e Vincent Cassel.
Il parco, uno dei più grandi in Toscana, venne fatto costruire sempre dal marchese Ferdinando Panciatichi: vi piantò una grande varietà di piante esotiche, specialmente americane (come le sequoie) e per gli elementi architettonici (il ponte, la grotta artificiale, le fontane e vasche) utilizzò uno stile moresco concorde all’estetica del castello. Questo parco conteneva un patrimonio botanico inestimabile: purtroppo poche delle piante ottocentesche sono sopravvissute, e rimangono gli alberi centenari e le sequoie monumentali. Infatti, qui è presente il più numeroso gruppo di sequoie giganti in Italia, con 57 esemplari adulti e tutti al di sopra dei 35 metri.
Dopo questa introduzione vorrei inserire gli orari di visita, i prezzi del biglietto e guide turistiche, ma purtroppo mi è impossibile. Infatti, nonostante la vendita all’asta nel 1999 e alcuni successivi lavori di restauro, il castello è in stato di abbandono e non è sicuro visitarlo in quanto sta lentamente crollando. Nel 2015 è stato messo di nuovo all’asta, ma nessuno si è fatto avanti. Fortunatamente tutta la tenuta del castello è stata inserita in una campagna di sensibilizzazione nazionale chiamata Save Sammezzano, grazie alla quale qualcosa si è smosso e sta dando dei risultati, come:
- la redazione di 10 mozioni parlamentari rivolte ai Ministeri dei Beni Culturali, dell’Ambiente e dell’Economia;
- l’approvazione, il 10 maggio 2016, di una mozione regionale, che impegna la Giunta Regionale Toscana
“ad intraprendere ogni iniziativa utile, affinché il Castello di Sammezzano e il Parco secolare, indipendentemente dalla natura della loro proprietà e data la loro unicità storico-culturale, possano mantenere la necessaria accessibilità e fruibilità pubblica e affinché metta in atto interventi ed azioni di sensibilizzazione finalizzate a valorizzare e a far conoscere il complesso di Sammezzano […]”;
- l’iscrizione di Sammezzano presso la Lista Rossa dei Beni Culturali in pericolo promossa da Italia Nostra Onlus;
- l’inserimento nella lista dei 12 luoghi culturali più in pericolo d’Europa promossa da Europa Nostra.
Il 30 maggio 2018 è stata indetta una nuova asta, sperando che questa volta il castello ed il suo parco conoscano un nuovo (e degno) proprietario. Per restare aggiornati sulle novità e altre curiosità basta sostenere la pagina Facebook di Save Sammezzano (https://www.facebook.com/savesammezzano/) o visitare il sito web http://www.savesammezzano.com/.
Confido nella tenacia e forza di questo team, che sta cercando di salvare e rendere accessibile al pubblico un bene italiano unico nel suo genere.
Clelia Anselmi, anno 1997, è una studentessa di Beni Culturali, indirizzo: musica e spettacolo.
Le sue più grandi passioni sono tutto ciò che riguarda il teatro e l’arte, ma anche i libri e (di conseguenza) scrivere.