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Epoca

India - XIX secolo

Misure

65×38×38 cm

Descrizione

Con i sui 65 centimetri di altezza, questo importante e ‘fuori misura’ oggetto rituale in pietra, Lingam, è alloggiato su base di bronzo raffigurante le spirali attorcigliate di un cobra dal corpo unico, ma a sette teste che aprono a ventaglio; alcuni pendenti ciondolano da sotto le loro gole.
Proveniente dal nord dell’India, il lingam di pietra si è costituito in modo naturale attraverso i secoli ed spesso viene identificato come l’ uovo cosmico e primordiale: Svayambhu, il “nato da sé”.
Considerato come l’evocazione al potere creativo del dio Shiva, durante i rituali i fedeli induisti versano sui lingam del latte o dell’acqua di cocco e poggiano su di esso delle offerte.
La forma peculiare della pietra la si associa al fallo che rappresenta l’energia maschile; la naturale striatura rossiccia sulla pietra viene identificata nella vulva e nell’energia femminile. L’unione delle due polarità, maschile e femminile e il loro bilanciamento (anche se sarebbe meglio dire ‘equilibrio’) consentono l’eliminazione delle dualità simboleggiando l’unità cosmica e primordiale. Il serpente a sette teste identifica il “risveglio” della Kundalini seguito dalla relativa ascesa energetica nel corpo sottile fino all’ultimo chakra, dove stabilmente deve permanere in unione con Śiva.
Questa complessa scultura tantrica celebra lo stadio in cui il fedele ‘attiva’ e ‘apre’ i suoi chakra, che ordinariamente si trovano “inattivi”, “chiusi”; abbandona così il suo ego individuale (ahmakara) per identificarsi col Soggetto universale (aham).
In buono stato di conservazione; i due pendenti mancanti non pregiudicano affatto la bellezza di questa magnifica scultura.

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