Georges Antoine Rochegrosse ( 1859 – 1938), La moscacieca

Georges Antoine Rochegrosse (Versailles 1859 – El-Biar 1938)

La moscacieca

Olio su tela, cm 67,5 × 42,5

Firma in alto a sinistra: G.Rochegrosse

Il divertente gioco di un bambino si eleva a protagonista di questa scena pompeiana realizzata dal pittore francese Georges Antoine Rochegrosse (Versailles 1859 – El-Biar 1938).

Georges Rochegrosse, pittore storico e decorativo francese, nacque a Versailles nel 1859. La sua vita fu segnata da importanti figure artistiche e letterarie fin dall’infanzia: abbandonato dal padre, crebbe con il patrigno, il grande poeta Théodore de Banville, in un ambiente intellettuale e stimolante. Iniziò a studiare con Alfred Dehodencq e a soli 12 anni entrò all’Académie Julian sotto la guida di Gustave Boulanger e Jules Lefebvre, dove in seguito divenne insegnante.

Grazie all’ambiente più libero dell’Académie Julian, Rochegrosse partecipò anche all’École des Beaux-Arts, arrivando finalista al Prix de Rome per due volte. Nel 1883 vinse il Prix du Salon, che gli permise di visitare l’Italia, il Belgio, l’Olanda e la Germania. Intorno al 1890 sposò la sua amata Marie Leblond, che per circa 30 anni fu la modella protagonista delle sue eroine.

A partire dal 1900, Rochegrosse e Marie trascorrevano gli inverni a El-Biar, in Algeria, dove il pittore trovava spesso gli sfondi orientali per le sue composizioni. 

Esordì al Salon de la Société des Artistes Français nel 1882 con “Vitellio trascinato per le strade di Roma dalla plebe”. Partecipò anche al Salon de la Société des Aquarellistes Français. In Algeria, fu attivo nel Salon des Artistes Algériens et Orientalistes, nell’Union Artistique de l’Afrique du Nord e nel Syndicat Professionnel des Artistes Algériens. Tra i riconoscimenti ottenuti il Prix du Salon nel 1883; di cui divenne membro del Salon nel 1887; una medaglia di bronzo all’Esposizione Universale del 1889 e una medaglia d’onore nel 1906. Fu nominato Officier della Légion d’Honneur nel 1910 e fu membro permanente della giuria del Salon.

Utilizzando le sue doti narrative e la sua indiscussa competenza, Rochegrosse illustrò diverse opere letterarie, tra cui “L’Orestea” di Eschilo nel 1889, “Hérodias” di Flaubert nel 1892, “Salammbô” di Flaubert nel 1900 e opere di Victor Hugo, Théophile Gautier e il Principe Demidoff.

Cresciuto all’ombra di un gigante della letteratura come il patrigno, Rochegrosse seguì audacemente le orme di Delacroix: nei suoi primi anni, i soggetti provenivano dalle civiltà egizia, romana e bizantina, per le quali Banville lo aiutò a ricostruire i dettagli autentici. La fine di questo periodo fu segnata dal grande successo della sua “Morte di Babilonia” al Salon. Rochegrosse rimase affascinato dalla mitologia wagneriana e dipinse I maestri cantori di Norimberga e Tannhäuser, mentre Parsifal lo ispirò per Cavaliere con fiori. Nella sua fase successiva affrontò temi allegorici e tornò a soggetti drammatici con fondamento storico, come Assassinio dell’imperatore Geta. A partire dal 1900, trascorrendo gli inverni a El-Biar, Rochegrosse preferì scegliere soggetti che gli permettessero di sfruttare gli scenari orientali che lo circondavano. 

La sua fame era tale che perfino in Sherlock Holmes, Conan Doyle elogia uno dei suoi dipinti.

La presente composizione ambientata in un interno romano può essere considerata frutto della sua prima produzione, quella ancora fortemente condizionata dagli insegnamenti di de Banville e di quella coltura neopompeiana diffusasi grazie all’intensificarsi degli scavi nelle città di Pompei ed Ercolano. 

L’oggetto è in buono stato di conservazione

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