XVII secolo
8,5x13
Francesco Lavagna (Napoli, 1684 – 1749)
Nature morte con vaso di fiori
(4) Olio su tela ovale, cm 8,5 x 13,5
Con cornice, cm 18,5 x 22
Le quattro Nature morte con vaso di fiori prese in esame possono essere assimilabili alla produzione del pittore napoletano Francesco Lavagna (Napoli, 1684 – 1749). Pochi sono i documenti sull’artista, di cui non è stato tuttora possibile definire con assoluta certezza la parabola artistica ed esistenziale. Spesso, Francesco Lavagna viene confuso con Giuseppe Lavagna, con cui condivide quasi certamente un vincolo di parentela: quest’ultimo, è citato dal biografo dei pittori, scultori e architetti napoletani Bernardo de Dominici come allievo del grande pittore Andrea Belvedere. Francesco è un pittore avente uno stile particolarmente prossimo a quello di Gaspare Lopez (?- Napoli, 1732 circa), importante artista responsabile dell’esecuzione di meravigliose nature morte in ambito napoletano. Poiché Lopez è registrato tra gli allievi di Andrea Belvedere, alcuni studiosi ritengono, basandosi sull’analisi stilistica delle opere, che – pur in totale assenza di appigli documentari – il percorso formativo di Francesco Lavagna possa essere stato il medesimo. La figura di Lavagna è stata di recente ricostruita in maniera maggiormente dettagliata grazie al rinvenimento di due tele passate nel mercato antiquario all’inizio degli anni Ottanta, una delle quali firmata in chiaro “Fran. Lavagna P”. Queste opere hanno permesso, grazie ai molti rimandi stilistici a tele apparse sul mercato, di ricostruire, ancora in modo parziale, la storia produttiva dell’artista, che si configura come interprete elegante della nuova tendenza pittorica della natura morta napoletana, più vicina al gusto francese, maggiormente decorativo e fantasioso. Lavagna privilegia composizioni formate da cascate di fiori e di frutta, solitamente ambientate all’aperto, accompagnate da vasi, brocche, rovine antiche, statue di figure femminili e animali. Un altro dei tratti distintivi del pittore – riscontrabile anche per quanto concerne la serie di dipinti in esame – è l’aggiunta di ceramiche dalla delicata colorazione azzurrina, non solo espediente cromatico dalla finalità decorativa ma testimonianza del raffinato gusto per la produzione artigianale che arrivava nei grandi porti del sud del Mediterraneo, come quello di Napoli.
In questa serie di quattro tele, dalle piccole dimensioni ma dalla grande perizia tecnico-esecutiva, il pittore offre una serie di brani di natura morta particolarmente vividi e peculiari. Nei graziosi vasi di porcellana dai decori azzurri, i fiori variopinti risultano essere disposti con apparente casualità; tra di essi si possono riconoscere grosse rose, garofani bianchi e lilla dai petali sfilacciati, candide piccole campanule e tulipani. La partitura cromatica basata sui colori tenui degli azzurri, dei verdi e dei rosa, con sprazzi di rossi intensi, rimanda ad altri esemplari della produzione del pittore napoletano. I colori luminosi e cangianti dei bei fiori che campeggiano, secondo uno schema estremamente libero, nei quattro vasetti dal decoro celeste, ricordano, tra le altre, la Natura morta con vaso di fiori del museo civico di Asola, nei pressi di Mantova; le pennellate rapide e corpose che contraddistinguono l’esecuzione delle piccole telette ovali paiono invece riconnettersi direttamente ad un’opera del maestro attualmente parte di una collezione privata bergamasca.

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