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Epoca

XX secolo

Misure

L 45 x 15 cm - H cm 23

Descrizione

Grès dipinto a mano , raffigurante soggetto equestre, firmato sul basamento, marchio Made in Italy, etichetta originale , modello pubblicato sul catalogo “ Le ceramiche di Cacciapuoti”
Buono stato conservativo, lieve sbeccatura sulla criniera.

Il soggetto raffigurato rappresenta una fattrice mentre pascola con accanto il puledro, in natura soprattutto nei branchi in libertà, gli individui stabiliscono una gerarchia molto forte, con un linguaggio e rituali ben precisi, essendo prede tutelano i più deboli. Tutti i cavalli nascono con l’istinto di seguire un capo e la maggior parte di loro tende ad essere dominante, anche se fondamentalmente sono animali gregari . I puledro si guadagnano il loro rango sperimentando durante la quotidianità, imparano a comportarsi in modo educato, a seguire e a condurre. I branchi sono scuole di “ formazione” perenne alla vita.
Guido Cacciapuoti scultore, ceramista figlio d’arte di Cesare Cacciapuoti, si forma con il fratello presso il laboratorio del padre e quello del nonno, altro maestro Giovanni Mollica a Napoli. Nel 1907 si trasferisce a Treviso dove conosce Gregorj ed Arturo Martini. Partecipa all’edizione della Mostra d’Arte Trevigiana del 1908 – 1913, nel 1915 alla Mostra d’Arte di Ca’ Pesaro a Venezia, nel 1920 partecipa alla Biennale di Venezia con due sculture, tra il 1920 e 1930 soggiorna più volte a Milano dove il fratello Mario aveva fondato nel 1927 La Cacciapuoti & C. Con altri ceramisti. Nel 1930 Mario muore prematuramente e nel 1931 Guido, Mario Solesin, Angelo Bignami e Rinaldo Righetto trasformano l’atelier in Grès d’Arte Cacciapuoti. Guido assume il ruolo fondamentale di scultore e direttore artistico, i modelli preferiti sono di genere animalista affiancati da dame, Soggetti religiosi e vasi. Partecipa alla Fiera Campionaria di Milano, e collabora con Giuseppe Granello, anche Arturo Martini nel 1935 creò alcuni modelli. Nel 1953 Guido muore e la manifattura prosegue fino al 1982 con gli eredi e dai soci.
Per Cacciapuoti il genere animalier acquisisce uno straordinario interesse, la ricerca si concentra sul realismo poi prosegue come manifestazioni d’impressioni. Da osservatore attento, cerca di tradurre la “mimèsis dell’anima” rappresentando una visione legata al comportamento degli animali, alla loro gestualità in natura così come nel rapporto con l’uomo. Nel panorama italiano, nella prima metà del Novecento la manifattura Cacciapuoti è tra i principali interpreti dei soggetti animaliers.Lo stile si concentra su temi semplici, che coniugano sintesi e precisione naturalistica ad un’analisi contemplativa. La filosofia di Guido si esprime in questa frase: “ nella vita quotidiana gli uomini cercano un rifugio: io l’ho trovato nel silenzio degli animali e per questo mi impegno a renderlo espressione”…

Approfondimenti

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