Seicento/Settecento
84 x 114 cm - cornice antica 100 x 132 cm
Bon Boullogne (Parigi, 1649 – Parigi, 1717), bottega di
Episodi del mito di Diana – olio su tela
Il bel dipinto proposto mostra una serie di episodi tratti dal mito della divinità Diana, divinità romana della caccia, delle selve e degli animali selvatici, ripresa con maestria in questo pregevole dipinto, che mostra un rigoglioso bosco, luogo prediletto della divinità, come teatro delle sue avventure.
La composizione si apre, sulla sinistra, con una sorta di presentazione della divinità, ritratta come un’avvenente giovane fanciulla, attorniata delle sue fedeli Ninfe, una delle quali le sorregge la faretra con le frecce, e da uno dei suoi amati cani da caccia. Il ‘racconto’ prosegue nella parte centrale dove possiamo vedere la divinità durante una battuta di caccia al cinghiale, sempre con la dea che si appresta a scoccare una traccia contro un cinghiale.
Le altre due scena riguardano invece la vita amorosa di Diana, in particolare con Orione, un valente cacciatore di cui la divinità si innamorò. La scena potrebbe rappresentare un momento di intimità tra i due, interrotto da un satiro curioso, sorpreso e punito dallo stesso Orione con l’aiuto di una ninfa. A concludere l’autore ha voluto rappresentare il tragico momento in cui la dea piange sul corpo dell’amato riverso a terra, ucciso per errore da una freccia scoccata dalla stessa Diana, esito del tranello ordito dal geloso fratello Apollo, contrariato dall’amore che sua sorella provava per un mortale. Vediamo qui Diana scongiurare invano Esculapio, divinità capace di far resuscitare i morti, di far tornare in vita in giovane Orione, che invece sarà trasformato da Zeus nella omonima Costellazione.
Il dipinto è da ascrivere alla bottega del pittore Bon Boullogne (Parigi, 1649 – Parigi, 1717), esponente esemplare della pittura francese del secondo Seicento e componente di una dinastia di pittori (era figlio del pittore Louis Boullogne, e fratello di Louis, Geneviève e Madeleine, tutti attivi nella bottega paterna) celebri per le loro composizioni a carattere mitologico.
Il suo soggiorno a Roma, dal 1670 al 1675, presso l’Accademia di Francia stipendiato da Luigi XIV, servi al pittore per studiare i grandi autori italiani, plasmando uno stile che al suo ritorno a Parigi lo renderà estremamente richiesto con la sua pittura di grande decoro, adatta, allora come oggi, ad impreziosire le dimore borghesi d’alto livello.
Nella tela in oggetto si ritrovano infatti tutte le componenti tipiche dell’estroso maestro francese, elaborato a partire da gran parte della pittura italiana del‘600, soprattutto romana e bolognese, guardando ai modi dei Carracci e del Correggio, con una diretta ascendenza in particolare dal Domenichino (si ricordino la caccia di Diana di Galleria Borghese), mentre il timbro cromatico dell’intera composizione risente delle tonalità chiare e luminose del Reni, del Maratti e dell’Albani. La grande tradizione della pittura del primo barocco romano è rivissuta da Boullogne su una base culturale che non tralascia nemmeno l’influenza di Nicolas Poussin.
La tela si trova in buono stato di conservazione con la presenza di diversi punti di restauro ed uno strato di ossidazione superficiale. Le fotografie pubblicate sono state realizzate utilizzando una luce professionale quindi è possibile che il dipinto risulti leggermente più scuro se non adeguatamente illuminato.
L’opera è accompagnata da una bella cornice in oro, antica ma non coeva.
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:
L’opera viene venduta corredata di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.
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È anche possibile vedere il dipinto nella galleria di Riva del Garda, saremo lieti di accogliervi per mostrarvi la nostra raccolta di opere.
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