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Epoca

Seicento

Misure

148 × 93 cm. - incorniciato 162 × 107 cm

Descrizione

Enea e Didone

Attribuito a Pseudo-Caroselli (Roma, attivo c.a 1630/1650)

Olio su tela (148 × 93 cm. – incorniciato 162 × 107 cm.)

(dettagli completi LINK)

L’episodio raffigurato nella superba tela proposta illustra la bella Didone, regine di Cartagine, nel momento di supplica verso il suo amato Enea, oramai deciso ad abbandonarla.

Secondo la narrazione virgiliana del IV libro dell’Eneide, Didone si innamorò follemente dell’eroe troiano Enea, figlio di Anchise e Venere, quando egli approdò a Cartagine per colpa di una tempesta causata da Giunone prima di arrivare nel Lazio. Tutto sembra volgere al più classico dei lieti fine sennonché Giove giunge implacabile, ed attraverso Mercurio, richiama Enea al dovere imponendogli di ripartire per giungere nel Lazio, dove darà origine alla stirpe che fonderà la città di Roma.

Grazie ad una messa in scena di grande effetto teatrale, di chiara impronta barocca, siamo davanti ad un dipinto coinvolgente, nel quale è illustrato un momento cruciale di questa appassionata storia d’amore, che dopo aver tocca le vette della passione travolgente, vede seguire il dramma di una donna innamorata.

Didone, celebre per la sua bellezza e sensualità, è qui immortalata nel momento di supplica al suo amato, disperata per la partenza imminente, sebbene già consapevole del destino che l’attenderà; è intenta a suonare un liuto tentando un ultimo vano tentativo di trattenerlo. Enea sembra ascoltare la melodia intonata in suo onore, con un espressione vacillante, nonostante Mercurio suoni un flauto traverso, come volesse distrarlo dalla musica della regina.

Alla sua tristezza si contrappone però la solerzia dei Troiani, che vediamo banchettare sullo sfondo, felici di riprendere il viaggio, perché evidentemente disapprovavano l’amore tra i due e il conseguente protrarsi della sosta.

L’autore coglie pertanto il pretesto del racconto epico per raffigurare un tema caro alla pittura del ‘600 ed estremamente apprezzata dai collezionisti di questo periodo, quella dedicata all’universo della musica;

La tela oggetto dello studio in esame, da cui sono immediatamente evidenti le forti suggestioni al caravaggismo, è attribuibile al cosiddetto “Pseudo-Caroselli”, un misterioso ‘pittore di genere’, forse di origine nordica ma di cui non si conosce l’identità, prossimo ai modi del maestro Angelo Caroselli (Roma 1585-1652), con cui è stato spesso confuso.

Si tratta sicuramente di un artista che aveva frequentato la bottega del maestro romano, con ogni probabilità un suo allievo. Piuttosto accreditata è l’ipotesi che lo Pseudo-Caroselli sia un artista nord-europeo, forse appartenente alla popolosa colonia di pittori fiamminghi che nel Seicento soggiornava stabilmente a Roma, ma non è da escludersi (secondo alcuni autori) che possa trattarsi del figlio di Angelo, Carlo Caroselli.

Il dipinto si pone chiaramente come un caposaldo nell’opera di questo misterioso autore, sia in termini qualitativi che per la presenza di personaggi a figura intera, dando prova qui della sua abilità istrionica e teatrale e della sua tecnica raffinata. Spesso i personaggi che compaiono in questi dipinti hanno pose grottesche e fattezze caricaturali e in genere si coglie una marcata allusione sensuale.

Il dipinto si trova in buone condizioni conservative con la presenza di un vecchio strato di vernice .

 

INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI:

Il dipinto è completato da una cornice in legno e viene venduto corredato di certificato di autenticità e scheda iconografica descrittiva.

Ci occupiamo ed organizziamo il trasporto delle opere acquistate, sia per l’Italia che per l’estero, attraverso vettori professionali ed assicurati.

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