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Epoca

XVII secolo

Misure

59 x 43

Descrizione

XVII secolo, 1617-1618

Coppia di Agnus Dei del pontificato di Paolo V

(2) Ovali in cera e cornici in legno dorato, cm 59 x 43

Raro manufatto sui generis, conventuale, l’Agnus Dei è un disco di cera su cui viene impressa, sul recto, il ritratto di qualche santo o eccezionalmente scene di vita del Cristo, mentre sul verso l’Agnello apocalittico, simbolo canonico del Cristo. Nacque nel V secolo, quando, in occasione dell’Ascensione, entro tutte le chiese romane si frangeva manualmente il cero pasquale in minuti pezzi per la distribuzione ai fedeli, dopo la celebrazione eucaristica. I primi documenti che attestino l’effettiva benedizione dei singoli frammenti risalgono solo al IX secolo durante la commistione culturale carolingia; la pratica dovette tuttavia essere invalsa sin dal V secolo. Con il passare dei decenni alla primitiva frazione si sostituì la sezione del cero in dischi, che non venivano immediatamente distribuiti ma anzi trattenuti per imprimervi su entrambi i versi le immagini sopraddette. Questi Agnus Dei venivano benedetti dallo stesso papa, soltanto nel primo e poi ogni sette anni del proprio pontificato, anticamente il Sabato Santo, quindi nella settimana in albis oppure nel mercoledì di Pasqua; erano pertanto realizzati con la cera del Cero pasquale petrino, oppure delle altre basiliche romane. Anticamente, nella fabbricazione dei sacri dischi si aggiungeva il Sacro Crisma; realizzati in principio dai suddiaconi apostolici, poi dal Sacrista pontificio, Clemente VIII (1592-1605) ordinò che la manifattura divenisse spettanza dei cistercensi del Monastero di Santa Pudenziana e San Bernardo alle Terme di Roma. L’esclusiva passò poi al Monastero di Santa Croce in Gerusalemme quando la congregazione di questi monaci, i riformati di San Benedetto detti Foglianti, venne aggregata a quella più ampia dei Cistercensi di San Bernardo in Italia (1802). La realizzazione di Agnus Dei è cessata in occasione del Concilio Vaticano II.

Le più importanti collezioni museali e private ospitano oggi Agnus Dei realizzati durante i pontificati di Innocenzo XI (1676-1689), Clemente XI (1700-1721) e Benedetto XIII (1724-1730); i presenti acquisiscono pertanto straordinario valore di testimonianza storico-culturale, essendo stati ordinati da Paolo V Borghese (1605-1621), come denunciato dalle iscrizioni perimetrali su recto e verso e dal simbolo papale.

Entrambi i dischi offrono sul verso l’immagine dell’Agnello mistico sul Libro dell’Apocalisse o Vangelo, di cui si ritrae la coperta di piatto: La Carne di Cristo poggia pertanto sul Verbo di Dio, concentrandovi il massimo significato trinitario, laddove con il Verbo sia anche da intendersi lo Spirito Santo. L’agnello si figura inoltre accompagnato da nimbo crucisegnato e dallo stendardo della vittoria di Cristo sulla morte, con croce rossa in campo bianco. Al di sotto trionfa lo stemma di Paolo V incorniciato dalle chiavi petrine incrociate con drago alato nel basso e nell’alto un’aquila ad ali stese. L’iscrizione che corre sul perimetro recita “ECCE – A – DEI – QVI – TOL – PEC – MVND / PAVLVS – V – PONT – M”, ovvero Ecce Agnus Dei Qui tollit peccata mundi / Paulus V pontifex maximus, mentre in esergo si riporta l’anno di benedizione, “AN – XIIII”, cioè l’anno quattordicesimo del pontificato di Paolo V che, compreso il primo, cadeva nel 1618, dunque in occasione della terza benedizione di Agnus Dei officiata dal papa (nel primo anno, 1605; dopo sette, 1611; dopo altri sette, 1618).

Il recto del primo Agnus Dei figura la Crocifissione, con la Vergine e San Giovanni Evangelista assisi ai lati della croce, mentre la Maddalena si trova inginocchiata presso il teschio di Adamo. L’iscrizione perimetrale riporta “O – C[?]SV[?] crux AB ORIGIN[E] crux MV[x][ND] crux PAVLV[S V] P – M – A – XIIII, ricordando ancora, nel tratto leggibile ab origine mundi / Paulus V pontifex maximus – anno XIIII l’origine paolina. Sul recto dell’altro Agnus Dei si figura invece una suggestiva benedizione impartita dal Cristo sporgentesi dalla croce stessa, aiutanti due piccoli angeli, nei riguardi di un santo inginocchiato in atteggiamento orante.

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