Cerchia di di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (1591 – 1666), XVII secolo, San Girolamo

Cerchia di di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (1591 – 1666), XVII secolo

San Girolamo

Olio su tela, cm 112 x 89 – Con cornice, cm 132,5 x 108,5

Il dipinto raffigurante San Girolamo nel deserto mentre è intento a tradurre la bibbia è indubbiamente debitore dei modelli creati da Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (Cento, 2 febbraio 1591 – Bologna, 22 dicembre 1666), che più volte ha affrontato il soggetto con diverse modalità illustrative come testimoniano gli esemplari della Visione di san Girolamo, Museo Civico di Rimini del San Girolamo traduce la bibbia nel Museo Civico di Crema e del Cremasco o nella tela della Chiesa francese di Saint-Laurent de Nogent-sur-Seine e il San Gerolamo della Galleria Corsini di Roma di Scuola guercinesca.

L’impostazione sembra riprendere quella del ‘San Girolamo in preghiera’, custodito nel Museo del Palazzo Reale di Napoli, o ancora l’esemplare di bottega della Galleria di dipinti antichi della Cassa di Risparmio di Cesena, con la variante che nel caso qui in esame il vecchio anacoreta è intento a tradurre la Bibbia.

La tela può essere attribuita a un pittore bene a conoscenza dei modi compositivi del grande maestro emiliano e dei suoi allievi primo tra tutti Bartolomeo Gennari (Cento, 1594 – Bologna, 1661), pittore appartenete ad una famiglia di osservanza guercinesca operanti a cento e Bologna tra la fine del XVII e il XVIII secolo. Bartolomeo, insieme al fratello Ercole, entrò in contatto diretto con il Barbieri nella sua bottega centese e tra il 1643 e il 1644 seguirono il maestro a Bologna. Sempre attenti ai modelli del maestro – di cui furono anche copisti – e spesso utilizzandone i disegni, diedero corpo a un’ampia produzione soprattutto di carattere religioso della quale Bartolomeo si distinse per maggiori capacità ed esperienza.

Della composizione non vi è un originale attribuito ma una costruzione pressoché identica è passata nel 2018 sul mercato antiquario italiano, ciò potrebbe comprovare la presenza in passato di un modello di partenza forse proprio relativo alla produzione del Gennari o della bottega.

L’oggetto è in buono stato di conservazione

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