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Epoca

1600

Misure

49,5x81 cm

Descrizione

Artista bambocciante del XVII secolo

Partenza per la caccia col falco

Olio su tela, cm 49,5 x 81

Con cornice, cm 56 x 88

 

Utilizzando il termine bamboccianti, si fa riferimento ad un vasto gruppo di pittori attivi a Roma a metà del XVII secolo, così chiamati dal soprannome Bamboccio del loro caposcuola Pieter van Laer. I Bamboccianti svilupparono quel genere di pittura, da lui iniziato, volto a rappresentare piccole e vivaci scene di vita popolare e quotidiana, con gusto descrittivo e realistico e animati effetti di luce e colore, dette bambocciate. In aperto contrasto con la pittura ufficiale barocca, la loro opera ebbe grande fortuna tra gli amatori. Tranne il romano Cerquozzi, i Bamboccianti erano soprattutto olandesi, fiamminghi, francesi; tra questi, spiccano personaggi quali Miel, Sweerts e Lingelbach.

Il Bamboccio è attivo a Roma dal 1625 al 1639 e realizza una serie di dipinti che hanno come tema la vita quotidiana, mostrando l’interno delle mura della città e proponendo assalti di briganti, cavalieri in sosta sul fiume o locande, pastori con pecore. Tra i dipinti più famosi ricordiamo Cavaliere in attesa del traghetto, Interno d’osteria, Festa nella campagna romana, L’acqua acetosa, Giocatori di bocce. l bamboccianti proseguono la tendenza realistica e sono associabili ai caravaggeschi ampliando la scena di genere a Roma, sono per lo più pittori olandesi tra i quali il più famoso è forse Jan Miel che agli inizi degli anni 30 del seicento dipinge a Roma scene all’aperto di contadini e popolani che lavorano, giocano o litigano; tra i dipinti più famosi: Il gioco delle bocce e Il ciabattino. Tra gli italiani ricordiamo il romano Michelangelo Cerquozzi apprezzato dai mercanti d’arte, in seguito al servizio dei Colonna. Gli scrittori del periodo criticano i bamboccianti perché non raccontano storie epiche o religiose ma si occupano del popolo, della marmaglia, quasi svilissero l’arte. Anche il nome ‘bamboccianti’ non aiuta perché li delinea appunto come pittori di seconda serie. Nonostante le alterne fortune critiche, le opere di Bamboccio e dei membri della sua cerchia godettero, sin dal primo Seicento, di un grande successo commerciale.

In questo caso, l’artista bambocciante responsabile del dipinto decide di rappresentare una scena di caccia al falco. Il tema iconografico in questione non è molto comune ma se ne riscontrano alcune versioni eseguite sia in Italia che a Nord delle Alpi attorno alla metà del Seicento. L’artista rappresenta la scena in maniera assolutamente realistica, aggiungendo vari dettagli minuziosi che rimandano alla frenesia delle vita quotidiana.

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