L’opera di Ettore Sottsass (1917-2007) può essere meglio descritta dal suo tocco leggero e inconfondibile. Citando lo stesso designer: “Se devi sintonizzarti su qualcosa di così morbido come la storia, non c’è modo di farlo usando misure dure”. Prigioniero di guerra durante la seconda guerra mondiale, Sottsass vive le speranze di ricostruzione del dopoguerra, le illusioni dell’industrializzazione e l’avvento incerto del panorama elettronico.
Prima di intraprendere la strada del del design e delle ceramiche, sviluppa un interesse per la fotografia e la pittura. Si considererà sempre come un architetto che produceva mobili ed un designer di prodotti che realizzava edifici ed ha sempre trovato facile scivolare oltre i confini del genere, lavorando per aggiungere uno strato espressivo alle superfici funzionali del modernismo.
Durante la sua lunga collaborazione con il produttore italiano Olivetti, Sottsass ha definito un ruolo per se stesso come agente poetico dell’industria, un creatore che ha operato nello spettro tra arte e produzione commerciale. Sottsass si è avvicinato al design con un occhio umanistico per ciò che gli oggetti possono comunicare.
Biografia
Ettore Sottsass, architetto e designer, nasce nella città di Innsbruck nel 1917 ed è una delle figure più influenti e importanti della scena del design del XX secolo.
Esposto al mondo dell’architettura fin da giovane, essendo figlio di un architetto, cresce a Torino dove si laurea al Politecnico nel 1939 prima di prestare servizio militare durante la seconda guerra mondiale e trascorrere anni in un campo di lavoro in Jugoslavia. Dopo essere tornato a casa, lavora nello studio del padre ristrutturando edifici distrutti durante la guerra, prima di fondare il proprio studio a Milano per concentrarsi sul lavoro con diversi mezzi come la ceramica, la pittura e l’interior design.
A Milano si immerge nel vibrante panorama culturale della città, frequentando il salotto letterario che gli permetterà di incontrare gli illustri architetti e designer del suo tempo, e sposa la scrittrice e traduttrice Fernanda Pivano che lo introduce alla società letteraria della città e a molti scrittori e artisti che in seguito avrebbero influenzato il suo lavoro oltre il suo approccio iniziale al design industriale.
Durante i suoi primi anni, diviene membro del Movimento Internazionale per un Bauhaus Imaginista e in seguito si trasferisce brevemente a New York per lavorare con il design industriale e il modernista George Nelson. È in questo periodo che gli viene commissionata dall’imprenditore Irving Richards una mostra di opere in ceramica, un medium che aveva perseguito sin dall’inizio della sua carriera e che lo stava rapidamente lanciando nel riconoscimento internazionale per la sua originalità e creatività.
La sua svolta arriva però quando Adriano Olivetti lo assume come consulente di design nel 1958 per Olivetti, il più importante produttore di macchine da scrivere e computer in Italia, famoso per il suo design incredibilmente avanzato. In questi anni il suo stile inizia a svilupparsi più chiaramente: colori audaci, forma e stile delle apparecchiature per ufficio, spostando i confini tra design industriale e cultura pop. La macchina da scrivere Valentine del 1969 diviene una dichiarazione di moda nella società italiana, facendogli guadagnare fama e riconoscimento come designer di prodotti innovativo che non ha paura di rompere gli schemi e andare oltre la funzionalità e la forma.
Deluso da un’industria sempre più vorace, Sottsass progetta l’unione di avanguardia contemporanea, Pop, povertà e suggestioni concettuali, con l’idea di un design “rassicurante”, sostenitore di un consumismo alternativo a quello imposto dalla “società pubblicitaria” .
Nel 1981 fonda il gruppo Memphis insieme ad Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele de Lucchi e altri nomi della scena internazionale.
Nato a Milano, Memphis riunisce un gruppo di giovani designer e architetti, provenienti da tutto il mondo e guidati da Ettore Sottsass, animati dall’esigenza di progettare altri spazi e altri ambienti rispetto a quello che era allora il panorama dell’arredo legato al mobile. Fin dalla prima apparizione, le forme, i colori e le decorazioni di Memphis hanno cambiano il volto dell’arredamento contemporaneo.
Negli ultimi anni della sua vita si dedica alla critica e scompare a Milano il 31 dicembre del 2007 dopo aver conseguito un grande numero di riconoscimenti in tutto il mondo.
Le Opere
Architettura
L’opera di architetto di Sottsass ha inizio fin dalla giovane età , quando collabora con il padre, all’inizio degli anni ’50. Prosegue fino agli anni ’60 e al periodo dell’Architettura radicale, che nasce dallo spirito critico nei confronti del contesto culturale del momento, per arrivare fino ai progetti dello Studio Sottsass e Associati.
I suoi lavori come architetto spaziano dalle abitazioni private agli spazi espositivi (Fiorucci 1980), sia a livello nazionale che internazionale: Casa Wolf (Colorado, USA – 1985), il Bar Zibibbo (Fukuoka, Giappone – 1989), Casa Olabuenaga (Maui, USA – 1989), un intero villaggio a Singapore (2000), il Museo dell’Arredo Contemporaneo a Ravenna. Tutti questi sono chiari esempi della filosofia antropocentrica che pervade i lavori di Sottsass. Idea confermata dal progetto per Malpensa 2000, un aeroporto fatto di materiali antiriflettenti e fonoassorbenti, un luogo di raccoglimenti dai disegni lineari, realizzato per promuovere il raccoglimento e combattere la velocità e lo stress che un luogo di partenza moderno potrebbe suggerire.
Design e disegni
È soprattutto nel design degli arredi che la forza innovativa dell’ingegno di Sottsass non conosce ostacoli, facendo dell’architetto una figura centrale nel design internazionale.
In anticipo sugli anni della contestazione, aveva indicato il design come strumento di critica sociale, aprendo la strada alla grande stagione del Radical Design (1966 – 1972) e all’affermazione della necessità di una nuova estetica: più etica, sociale, politica.
Quando Olivetti gli chiede di progettare il primo computer italiano nel 1959, Sottsass decide di creare una macchina che accentui il mistero occulto di una tecnologia sconosciuta. Il risultato è Elea, una gigantesca console in alluminio lucidato che creava un riflesso spettrale. Il design di Sottsass proiettava una sensazione per il fantastico, che divenne una sua caratteristica distintiva.
Dieci anni dopo, Sottsass trasferisce questa energia sulla sua iconica macchina da scrivere portatile rossa. La Valentine che ne risulta è un’oggetto incentrato sull’empowerment personale piuttosto che sulla funzione. La macchina da scrivere Valentine presupponeva la verve pop propria dell’elettronica di consumo di oggi.
La rottura radicale di Sottsass con Olivetti e il design industriale arrivò sotto forma del gruppo Memphis. Annunciata come “The New International Style“, la visione piacevolmente caotica di Memphis si è trasformata in un successo che ha trasceso il design. Ha catturato un momento del pensiero, un impulso a innestare qualcosa di eterogeneo e contro-razionale sullo stampo inflessibile del modernismo. Sottsass descrisse Memphis come un “calderone bollente di mutazioni” che produceva “oggetti bastardi” attraverso uno stile che attraversava metafora e utopia. È stato un esperimento che ha che ha incitato una vera e propria rivolta nel mondo del design, scontrandosi liberamente tra stili e trasportando materiali come il laminato plastico dalla cucina al soggiorno.
E’ all’inizio degli ani 80 che nascono alcuni dei suoi pezzi più iconici: la libreria Carlton, la “credenza” Beverly, e “Casablanca” un armadio totem dalle forme ludiche e colori vivaci che esula dal concetto di arredamento classico, sebbene riprenda in se elementi strutturali tradizionali (la base squadrata e il timpano che sormonta la costruzione).
Vasi
Per quanto riguarda i suoi celebri vasi, Sottsass è stato attratto dalla storia della ceramica, mezzo che specialmente in Italia vanta una tradizione millenaria che parte dagli Etruschi, dai Greci ed evolve nel Medioevo e Rinascimento con la maiolica.
Il direttore artistico di Bittossi, con cui Sottsass collabora, gli lascia campo libero. “Le forme sono semplici” scrive lo stesso Sottsass in un numero di Domus del 1970 “grandi ciotole, ciotole antiche dai colori molto primordiali o antichi calici come quelli forse usati a Micene o in Galilea o a Ur o in qualsiasi altro luogo, per bere da una sorgente. Mi sembrava allora che fosse possibile riscoprire forme archetipiche… in altre parole, forme scoperte dall’umanità all’alba dei tempi e che sono profondamente radicate nella sua storia». Persisteva infatti l’interesse di Sottsass per le forme archetipiche, utilizzando ad esempio il calice per approfondire il significato dei suoi design in ceramica.
Mentre la maggior parte dei pezzi di Sottsass erano destinati alla produzione di massa, vi saranno due serie di oggetti in ceramica fatti a mano. Nel 1963 realizza il primo, “Ceramiche delle Tenebre”, una serie di grandi vasi scuri che rappresentano la sua discesa nella malattia, con un motivo di cerchi – luna piena ed eclissi, così chiamati perché disegnati a notte, al buio. “Non riuscivo a dormire, il mio cervello funzionava ancora, mi venivano ancora idee, scrivevo e disegnavo”, ha ricordato.
Fonte immagini: Wikimedia Commons