Achille Castiglioni è stato un pioniere del design italiano e uno dei suoi protagonisti più influenti.
Si è concentrato sull’intero campo del design lavorando dall’architettura all’urbanistica, dall’esposizione al design del mobile, fino al product e al light design. Ha disegnato sedie e tavoli, lampade e librerie, posacenere, piatti e posate, banchi di scuola e letti d’ospedale, lavandini e water, maniglie e apribottiglie, macchine da caffè e distributori di birra e molti altri.
Fino al 1968 ha sempre lavorato in stretta collaborazione con il fratello Pier Giacomo, con il quale ha disegnato alcune delle icone più note della storia del design industriale moderno tra cui gli sgabelli Sella e Mezzadro, nonché le lampade Arco e Taccia.
Durante i suoi 64 anni di carriera ha lavorato con quasi tutte le più importanti aziende italiane del mobile tra cui Alessi, Cassina, Danese, DePadova, Driade, Flexform, Flos, Kartell, Olivetti, Zanotta oltre che con importanti aziende come AGIP, Brionvega, Lancia, Montecatini, RAI, Phonola, Pirelli, Rizzoli, Telecom.
Mentore generoso, ha collaborato con molti altri architetti e designer tra cui Bruno Munari, Enzo Mari, Erberto Carboni, Giancarlo Iliprandi, Gianfranco Cavaglià, Heinz Waibl, Italo Lupi, Marcello Nizzoli, Max Huber, Michele Provinciali, Pierluigi Cerri e altri.
La maggior parte dei prodotti da lui progettati sono il risultato di vera ingegnosità, cultura umanistica, sperimentazione intelligente, competenza tecnica, sensibilità estetica e, soprattutto, hanno sempre raggiunto il loro scopo pratico.
Biografia
Achille Castiglioni (nato il 16 febbraio 1918, Milano – morto il 2 dicembre 2002, Milano) nasce in una famiglia con un profondo apprezzamento per le arti, terzo figlio dello scultore e incisore di monete Giannino Castiglioni e di sua moglie Livia Bolla. Studia prima al Liceo Classico Giuseppe Parini, ma passa poi agli studi artistici all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel 1937 decide di seguire le orme dei due fratelli maggiori, gli architetti Livio e Pier Giacomo Castiglioni, iscrivendosi alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, laureandosi nel 1944 – dopo aver dovuto interrompere gli studi perché di stanza in Grecia e Sicilia durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1944, subito dopo la laurea, Achille Castiglioni raggiunge i fratelli Livio e Pier Giacomo nello studio di design che avevano fondato con Luigi Caccia Dominioni. Fortunatamente per Achille, fin dall’inizio Livio e Pier Giacomo decidono di dedicarsi quasi esclusivamente alla progettazione di mostre, mobili, oggetti per la casa ed elettrodomestici, dal momento che durante la guerra le commissioni architettoniche erano difficili da ottenere. Questa attenzione al design del prodotto, e il profondo legame fraterno tra i tre fratelli, consentiranno in seguito al giovane Achille di sperimentare all’inizio della sua carriera tecniche emergenti e nuovi materiali in grado di comunicare una fresca sensibilità estetica adatta alla visione positiva del dopo- mercato europeo di guerra.
Lo sviluppo della radio Fimi Phonola 547 si rivelerà fruttuoso per i tre fratelli, e sfocerà infine in diversi progetti per radio e apparecchi sonori con materiali e forme innovativi per i quali Achille Castiglioni ebbe un ruolo chiave, come l’impianto stereo RR 226 per Brinovega (1965), il radiofonografo RR 126 per Brinovega (1965), e la radio e giradischi RR 128 per Brionvega (1966)
Nel 1952 Livio decide di fondare un proprio studio, indipendente da Achille e Pier Giacomo, per approfondire l’esplorazione delle onde radio, della musica e della tecnologia. Ma i tre fratelli avrebbero continuato a collaborare strettamente in diversi progetti, e la collaborazione tra Achille e Pier Giacomo divenne così stretta che dal 1952 fino al 1968, quando Pier Giacomo morì, furono co-autori della maggior parte dei loro progetti.
In questo periodo i fratelli Castiglioni partecipano all’Esposizione Italiana del Mobile (RIMA), dove introducono con successo una serie di mobili in compensato curvato, e presentano importanti progetti, come la lampada Tubino (1949), e la lampada Luminator (1955).
Nel 1956 è socio fondatore dell’ADI—Associazione Disegno Industriale, la prima e più importante associazione italiana di design. Honorary Royal Designer for Industry dal 1986. Ha ricevuto una laurea honoris causa in design dal Royal College of Art di Londra nel 1987 e un’altra dal Politecnico di Milano nel 2001.
Una nuova collaborazione di successo e di lunga durata si sviluppa nel 1960, quando Pier Giacomo e Achille Castiglioni furono raggiunti dal designer imprenditoriale italiano Dino Gavina e dall’uomo d’affari Arturo Eisenkeil con l’idea di creare un tipo completamente nuovo di apparecchi di illuminazione utilizzando un nuovo materiale, che chiamarono “bozzolo”, nelle mani dei fratelli Castiglioni sarebbe diventato un’innovazione popolare e iconica negli anni ’60 e avrebbe costituito la base di successo dell’azienda italiana di illuminazione FLOS, fondata da Gavina ed Eisenkeil nel 1962.
Alcuni importanti progetti di lampade e in generale oggetti dedicati all’illuminazione, di Pier Giacomo e Achille Castiglioni per FLOS sono la Beehive (1961), la lampada Toio (1962), la lampada Arco (1962), Taccia (1962), la Snoopy ( 1967) e la Taraxacum 88 (1988).
Nel frattempo i due fratelli Castiglioni si impongono anche per prodotti di arredo giocosi ed unici: lo sgabello Sello per Zanotta (1957), Sgabello per Telefono, sgabello per telefono a forma di sella di bicicletta, e il Mezzardo, o sgabello da mezzadro, per Zanotta (1957); la sedia Sanluca per Gavina (1961); e il tavolino Cacciavite, di Zanotta (1966).
La qualità e l’unicità dei progetti di luci e mobili di Achille Castiglioni sono evidenti non solo dal successo che questi prodotti hanno avuto quando sono stati introdotti per la prima volta sul mercato, ma dalla loro capacità di continuare a connettersi con un pubblico contemporaneo. Poiché molti dei suoi progetti di luci e mobili sono ancora in produzione oggi e sono tra i bestseller per le varie case di produzione.
In seguito alla morte di Pier Giacomo, Achille Castiglioni continuò come progettista solista e urbanista. Nel 1969 inizia ad insegnare architettura e design al Politecnico di Torino, e dal 1980 in poi, diviene Professore al Politecnico di Milano.
Durante la sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui otto Compasso d’Oro (1955-1979)—il primo e più riconosciuto premio di design al mondo—, una Medaglia di Bronzo della Triennale (1947), due Medaglie d’Argento (1957, 1963), due Medaglie d’Oro Medaglie (1957, 1960), e due Gran Premi della Triennale (1951, 1954).
Il suo lavoro è stato ampiamente esposto nei più importanti musei del mondo tra cui il MoMA di New York, il Victoria & Albert Museum di Londra, il Kunstgewerbemuseum Zürich e il Vitra Museum di Weil-am-Rhein.
Le opere
Allestimenti
Quello degli allestimenti è uno dei settori dove i Castiglioni sono più attivi; anche in questo ambito i due fratelli Achille e Piergiacomo sono progettisti unici e visionari. Achille Castiglioni viene definito “architetto-regista” perché capace di allestire vere e proprie scene che si schiudevano man mano alla vista dei visitatori. Gli allestimenti temporanei di fiere e mostre venivano intesi come strumenti di comunicazione culturale e commerciale.
Sono tantissimi gli allestimenti progettati dai Castiglioni nel corso degli anni – pare quasi 500 – ed interessano tutte le tipologie di attività, aziende ed enti: i padiglioni RAI fin dalla fine degli anni ’40 alla Fiera di Milano, le Triennali dei Milano ed il palazzo della Permanente, sempre a Milano; numerosi padiglioni per la città di Montecatini; i padiglioni per l’ENI alla Fiera di Milano e numerosissimi altri per Cassina, Bernini, Autovox, Phonola, Flos, DePadova ecc.
Il Design Industriale
L’idea di “progettazione integrale” riassume perfettamente la concezione che sta alla base di tutti i progetti dei fratelli Castiglioni: quella per cui ogni aspetto di un prodotto, dalla sua ideazione alla realizzazione finale, deve tener conto di tanti fattori, non solo della forma, ma anche delle ricerche sui materiali e fino alle tecnologie produttive richieste. Achille Castiglioni si confronta continuamente, nella sua vita produttiva, con l’industria e conosce praticamente i dettagli dei suoi progetti, caratteristica che li porterà ad essere amatissimi e prodotti ancora oggi.
Le lampade
La produzione che riguarda l’illuminazione di Achille Castiglioni segue gli stessi crismi e ha sfornato una serie di oggetti che non solo hanno fatto la storia del design, ma sono divenuti veri e propri pezzi di culto.
Prendendo in esame Arco, uno di questi pezzi iconici, si può analizzare come ogni dettaglio sia al tempo stesso estetico e pratico, mai fine a se stesso: la distanza di due metri tra la base e la luce era per risolvere il problema di lasciare lo spazio necessario intorno al tavolo, facendo si che nessuno avesse l’impedimento della piantana; il marmo alla base è stato preferito al cemento perché più pesante, e di conseguenza meno ingombrante; la stessa base di marmo ha angoli smussati, per prevenire gli urti, ed il foro che la attraversa è fatto per poterla spostare più facilmente.
Stesso discorso vale per Parentesi, evoluzione di un primo progetto di Manzù più complicato, che viene “spogliato” dai Castiglione, semplificato per renderlo di più facile realizzazione ed utilizzo, togliendo il più possibile fino a lasciare solamente il necessario: la corda metallica e una curvatura del supporto permette di alzare o abbassare la lampadina, eliminando le viti che sarebbero state necessarie nel progetto iniziale.
La ricerca sui materiali e la loro applicazione viene esemplificata perfettamente dalla Taraxacum, prodotta con/per Flos in cui una fibra di polimeri spruzzati, di utilizzo militare dell’esercito americano, viene adattata ala copertura di questo pezzo, che assume l’aspetto di una membrana elastica. Un materiale tecnologico si trasforma nell’utilizzo per un oggetto di uso quotidiano.
Fonte immagini: Wikimedia Commons