Come per i precedenti regnanti di Francia anche il nome di Luigi Filippo di Orleans dà il nome non solo al periodo in cui fu sovrano, ma anche all’epoca e stile artistico che si sviluppò in quegli anni (1830 – 1848).
Con lo stile Luigi Filippo si esaurisce di fatto il ciclo “Neoclassico”, iniziato nel Luigi XVI e manifestatosi all’apice nell’Impero: vengono abbandonate le caratteristiche di magnificenza proprie del periodo napoleonico e si comincia a manifestare interessi rivolti alle esigenze e gusti di una borghesia che va pian piano ampliandosi e può essere difinito quasi il nuovo stile degli industriali borghesi.
Le caratteristiche dello stile Luigi Filippo
Gli arredi di conseguenza non devono più svolgere una funzione di rappresentanza in grandi palazzi, ma devono avere funzioni pratiche, comodità e gusto pratico. Si cerca inoltre di mascherare i mobili di nuova produzione con decorazioni ispirate agli stili passati, sostituendo però le ricche decorazioni in bronzo dorato realizzate in precedenza da artigiani, con repliche riprodotte in serie delle prime produzioni industriali. Condizioni generali che portarono ad un abbassamento dei costi dei mobili sempre più a scapito della qualità.
Da questa tendenza esulano i grandissimi interpreti di questo stile, coloro che lavoravano spesso per sta stessa casa reale francese e per i più importanti committenti europei.
Alphonse Jacob Desmalter
Sebbene la sua opera sia più ascrivibile agli stili precedenti, la bottega di Desmalter continuò, grazie al figlio a produrre alcuni dei più pregevoli pezzi della prima metà del XIX secolo.
François-Honoré-Georges Jacob-Desmalter dirigeva uno dei laboratori di mobili più importanti e prosperi di Parigi all’inizio del 1800. Figlio di un noto produttore di sedie, Georges Jacob, Jacob-Desmalter rilevò l’attività di suo padre con il fratello maggiore nel 1796. Quando suo fratello morì sei anni dopo, Jacob-Desmalter riassunse suo padre come suo partner e iniziò a svilupparne uno dei più grandi laboratori di mobili di Parigi. Nel 1808 impiegò 332 operai per produrre pezzi per un valore di oltre 700.000 franchi all’anno. Un terzo di questo stock era destinato all’esportazione; il suo magazzino da solo conteneva mobili per un valore di oltre 500.000 franchi.
I mobili prodotti dalla ditta Jacob-Desmalter et Cie erano realizzati principalmente in mogano in stile impero, dove prevalevano le forme geometriche e le linee rette. Tra i committenti Paolina Borghese, sorella di Napoleone I, e l’imperatrice Giuseppina, fornì numerosi pezzi per le residenze imperiali. Una commissione particolarmente importante fu una magnifica culla costruita per il neonato Napoleone II, re di Roma.
Fortemente dipendente dagli ordini della casa di Napoleone, l’attività fallì nel 1813, quando l’imperatore cadde dal potere. Jacob-Desmalter, tuttavia, riuscì a resuscitare l’azienda e continuò a dirigerla fino a quando suo figlio, Alphonse-George, gli succedette nel 1825.
Alexandre Bellangè
Aveva ricevuto la sua formazione da suo padre. Quando rileva l’azienda di famiglia, inaugura una produzione in linea con quella del padre, in particolare per la produzione di mobili “curiosità”, ma caratterizzati da un proprio stile.
I mobili “Curiosità” erano apprezzati meno per la loro utilità, la loro mera bellezza o coerenza con il gusto dell’ambiente che per essere il supporto di elementi decorativi rari, per il loro carattere storico o per la loro natura. Gli stessi modelli, declinati secondo le stesse sagome e strutture, per il padre e per il figlio, rivelano il desiderio dei collezionisti di possedere un oggetto che integri questi elementi rari, come la porcellana, la lacca, pur evocando riferimenti all’ebanisteria di lusso del XVII e XVIII secolo.
Alexandre Bellangé ha saputo rinnovare i materiali utilizzati nell’impiallacciatura o della madreperla, e prende in prestito la maggior parte delle loro decorazioni, i suoi ornamenti in bronzo e alcune delle sue forme dal XVII e XVIII secolo.
Tuttavia, gli ebanisti “per curiosità”, non si accontentano di rifare mobili alla maniera di Boulle, Riesener o Carlin. Al contrario, producono casse per mobili, supporti per elementi decorativi con un evidente tono storico che conferisce loro uno status di preziosa curiosità, accompagnando, con il loro esotismo cronologico, i mobili autentici dei secoli passati in interni lussuosi, in Francia, tra collezionisti e appassionati.
Guillaume Grohé
Rinomato ebanista parigino, che fiorì nel XIX secolo.
Nel 1827, Guillaume e suo fratello Jean-Michel fondarono l’azienda Grohé Frères, per la quale lavorarono dal 1829 al 1881. Dopo il ritiro di Jean-Michel nel 1881, Guillaume continuò a gestire l’attività da solo fino alla sua morte. Grazie all’eccezionale qualità dei mobili di pregio prodotti dall’azienda, Grohé Frères divenne fornitore ufficiale di membri dell’aristocrazia e della regalità europea, tra cui l’imperatore Napoleone III e l’imperatrice Eugenia. Allo stesso modo, il duca d’Aumale francese commissionò ai fratelli la maggior parte dei mobili per il castello di Chantilly.
Dopo il ritiro di Jean-Michel, Guillaume divenne membro della giuria delle Esposizioni universali parigine delle Esposizioni universali, che lo portarono a diventare vicepresidente dell’Esposizione del 1878.
I mobili
Lo stile Luigi Filippo non presenta caratteristiche particolarmente originali, ma porta con sé istanze proprie della Restaurazione arricchendone le decorazioni. Viene meno negli arredi l’eleganza raffinata del periodo precedente e si introducono elementi decorativi ispirati alle più varie epoche e riadattati al gusto del tempo, dal Medioevo al Rinascimento.
Come riconoscere un mobile stile Luigi Filippo
I pezzi di antiquariato appartenenti allo stile Luigi Filippo presentano forme solide e decorazioni ricercate, sono mobili funzionali e pratici con linee dritte e sobrie addolcite da elementi tondeggianti. I legni più utilizzati sono la noce il modano e il palissandro, legni scuri che contrastano con intenti chiari.
Lo stile decorativo riprende i motivi naturalistici e animalistici caratterizzati da conchiglie, volute vegetali e foglie, delfini e cigni stilizzati in lavorazioni poco raffinate e di natura industriale.
Tra le tipologie di mobili il tavolo che va per la maggiore è quello a piano tondo o ovale, sostenuto da gamba centrale con tre piedi, corredato spesso insieme alle consolle da piani in marmo.
Le sedie presentano schienali concavi e curvati, le cosiddette “gondoline” con gambe anteriori intagliate e posteriori a sciabola. La seduta è imbottita, di forma rettangolare o semicircolare.
Quanto valgono
Per quanto riguarda il valore, i mobili Luigi Filippo hanno subito più di altre epoche la parziale svalutazione che ha interessato il mondo dell’antiquariato, per le caratteristiche esposte in questo breve articolo.
Ciononostante si tratta di pezzi caratteristici, realizzati con materiali e con una sapienza che raramente si può trovare al giorno d’oggi rappresentano quindi un’opportunità, in questo momento del mercato, per appassionati e collezionisti.
Immagini
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Commode_droite_style_Louis-Philippe,_%C3%A9cusson_2.JPG
Benoît Prieur, via Wikimedia Commons
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Chambre_Hope_(1838).jpg
Jospe, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons