Andrea Locatelli ( Roma, 1695 – 1741)
Capriccio architettonico con rovine
Olio su tela ,cm 47 x 62
Scheda Critica Prof. Alessandro Agresti
Andrea Locatelli ( Roma, 1695 – 1741) uno tra i più affremati paesaggisti romani del Settecento, si dedicò assidumente anche al filone del “Capirccio architettonico”. Ne è una prova la presente costruzione in cui figurano delle rovine antiche: una piramide sicuramenmte ripresa da quella Cestia, una statua maschile e una colossale statua equestre omaggio al capolavoro di Gian Lorenzo Bernini, La visione di Costantino. Tutto attorno, tra le macerie di un modo lontano, piccole figurine realizzet con tocchi veloci: un soldato in armatura disteso e una madre con i suoi bambini mentre altre due, in lontananza, sembrano intenti a guardare l’orizzonte.
Andrea Locatelli ( Roma, 1695 – 1741) nasce a Roma nel 1695; della sua formazione avvenuta con il padre Giovanni Francesco e suo zio Pietro Lucatelli nato a Roma nel 1634, ci sono scarne notizie. Si conosce anche un periodo di apprendistato presso il pittore di marine Monsù Alto, di cui conosciamo solo due opere rintracciate da Marco Chiarini nei depositi dei musei fiorentini. In seguito sarà presso il paesista Fergioni sino al 1712, probabilmente in compagnia di Paolo Anesi (Roma, 1697 – 1773). Locatelli dopo questa data era attivo in piena autonomia e accreditato presso le più note famiglie romane. Infatti nel 1715 viene chiamato a partecipare alle decorazioni del palazzo al Corso di Francesco Maria Ruspoli. Al perduto complesso di paesaggi, marine e scene di genere, realizzato da un’équipe internazionale di specialisti come Alessandro Marchi o Froncois Simonot detto il Borgognone, Locatelli contribuì infatti realizzando le figure di una stanza. Negli stessi anni lavora per la famiglia Ottoboni; commissionate dal cardinale Pietro sono delle pitture nel Palazzo della Cancelleria. Per lo stesso cardinale dipinse “diversi quadri” ricordati, nel 1739, da Charles de Brosses che, tra le “bonnes peintures” della collezione Ottoboni; egli cita soltanto i dipinti di Francesco Trevisani e “des paysages de Lucatelli”. Nella cerchia Ottoboni il Locatelli conobbe probabilmente l’architetto Juvarra, attivo nel palazzo della Cancelleria fin dal 1710. Nel 1724 questi gli procurò l’incarico, da parte di Vittorio Amedeo II di Savoia, di eseguire due vedute del castello di Rivoli; furono commissionate insieme con altre tre di Giovan Paolo Panini e Marco Ricci.
Nel 1738, su commissione del cardinale Neri Corsini, nipote di papa Clemente XII, il Locatelli partecipò alla ristrutturazione del palazzo Riario, appena acquistato dalla famiglia Corsini. Ma, i collezionisti più appassionati del Locatelli furono i Colonna: per Girolamo II dipinse ben 57 vedute e altri trenta quadri erano esposti nella galleria del palazzo Sciarra Colonna.
Il pittore s’inserisce nel difficile ambiente artistico capitolino al meglio, producendo paesaggi di fantasia dal carattere archeologico sull’esempio di Giovanni Ghisolfi e van Bloemen, vedute realistiche e arcadiche, sino a raffigurare scene popolaresche che influenzarono Paolo Monaldi e le sue composizioni furono certamente importanti per il percorso artistico di Gian Paolo Pannini, che dalla nativa Piacenza si trasferì a Roma all’incirca nel 1715, divenendo ben presto il più famoso vedutista del tempo. In questi anni è stato riscontrato anche un probabile scambio di influenze tra il Locatelli e Marco Ricci che, a Roma intorno al 1720, prese spunto per un’incisione dal dipinto del pittore romano.
Il presente dipinto, come riporta il Prof. Alessandro Agresti, è plausibile sia , per la fattura sciolta e vibrante, una prima idea di un lavoro di maggiori dimensioni. La fattura delle figurine è accostabile a dipinti come Paesaggio con Viandanti e Paesaggio con pastori di Collezione privata. Nel Capriccio con figure presso un ara di Palazzo Corsini si ricorre al medesimo stratagemma del rendere le sculture quasi palpitanti di vita, in particolare la fattura del bassorilievo ben accostabile al basamento con soldati nel nostro dipinto.
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