Giò Ponti è uno degli artisti che maggiormente ha dominato il dopoguerra italiano, facendosi portavoce di importanti innovazioni nel mondo del design e dell’architettura.
Eclettico, visionario e capace di sorprendere con stili sempre diversi, è anche assoluto promotore della modernità e del contributo che le macchine possono dare allo sviluppo di una nuova idea di design.
Scopriamo i passaggi fondamentali della sua vita e analizziamo le sue opere più celebri e importanti.
Giò Ponti, biografia
Giovanni Ponti, detto Giò, nasce a Milano il 18 novembre 1891 e dopo il diploma al liceo classico decide di iscriversi alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
Lo scoppio della prima guerra mondiale, però, gli impedisce di laurearsi regolarmente e Ponti si arruola partecipando in prima linea al conflitto.
Sul campo vince numerosi riconoscimenti e tornato agli studi comincia a interessarsi al gruppo dei neoclassici milanesi.
Nel 1921 consegue la laurea e sposa Giulia Vimercati, nobile discendente di una antica e rinomata famiglia brianzola da cui ha quattro figli.
Si avvicina al settore della manifattura ceramica e le sue innovative porcellane e maioliche vengono esposte alla Prima Mostra Internazionale di Arti Decorative a Monza, dove conosce Ugo Ojetti, importante mentore per la sua formazione.
Pochi anni dopo apre a Milano il suo primo studio insieme agli architetti Emilio Lancia e Mino Fiocchi e piano piano prende vita quello che può essere definito come linguaggio pontiano.
Nel 1928 fonda la rivista di architettura Domus, con cui può diffondere nuove idee concettuali, e negli anni successivi partecipa a numerose edizioni delle Triennali di Milano.
Collabora con Luigi Fontana e realizza importanti edifici insieme ad Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini.
Diventa docente del Politecnico di Milano e negli anni ‘40 si discosta dalla committenza pubblica ufficiale per riscoprire un rinnovato interesse per le arti decorative.
Nel 1952 nasce lo studio Ponti, Fornaroli, Rosselli e l’architetto delinea la teoria della forma finita.
Nei decenni successivi continua a progettare e realizzare opere di rilievo e negli anni sessanta porta a termine numerosi edifici in Oriente.
Giò Ponti si spegne a Milano il 16 settembre 1979.
Opere di Giò Ponti: capolavori di architettura e design
Giò Ponti ha spaziato in diversi campi artistici lasciando la propria impronta in numerose opere molto diverse tra loro.
Oltre all’architettura e al design, su cui si è concentrato maggiormente, ha infatti sperimentato anche nell’arte della ceramica, nel campo delle scenografie teatrali e nella decorazione dei tessuti.
Il suo tratto distintivo è la ricerca di una modernità che ben si sposi con i canoni tradizionali, dando vita a uno stile che sappia esprimere e valorizzare al meglio l’identità italiana.
Architettura: le opere rivoluzionarie che esaltano il progresso
Nel campo dell’architettura le opere più celebri e rivoluzionarie di Giò Ponti sono:
- Villa Planchart: villa realizzata a Caracas, in Venezuela, tra il 1953 e il 1957. L’opera fu commissionata dai coniugi Planchart e coinvolse Giò Ponti come architetto, designer di interni e arredatore. Il risultato è un capolavoro pontiano che gioca con gli spazi e i dislivelli, riducendo al minimo le pareti e creando angoli suggestivi con una spettacolare vista sui paesaggi mozzafiato.
- Grattacielo Pirelli: edificio situato a Milano e sede del Consiglio regionale della Lombardia. Venne costruito tra 1956 e il 1960 e divenne subito un simbolo di progresso capace di rappresentare la modernità italiana nel mondo. Alto 127 metri e strutturato su 32 piani, fende il cielo con estrema leggerezza, ricordando più un inedito oggetto di design che un normale edificio.
- Denver Art Museum: museo delle arti situato a Denver, in Colorado. L’edificio, terminato nel 1971, ha un’aria austera e un aspetto fortemente contemporaneo che gioca con la verticalità e le luci grazie a numerose aperture e a feritoie strategiche.
- Concattedrale Gran Madre di Dio: cattedrale inaugurata nel 1970 nel Borgo Nuovo della città di Taranto. Durante la progettazione l’obiettivo era realizzare una chiesa accogliente, ampia e luminosa e Ponti creò infatti una maestosa e suggestiva facciata caratterizzata da grosse aperture.
Design: oggetti iconici e senza tempo
Giò Ponti, nella sua carriera, ha realizzato innumerevoli prodotti di design entrati di diritto nella storia dell’arte italiana.
Tra i più importanti ricordiamo:
- Sedia Superleggera: sedia progettata tra il 1949 e il 1957 e oggi considerata uno degli oggetti più emblematici della produzione pontiana. È uno degli esempi più importanti del design industriale del Novecento ed è una sedia incredibilmente resistente pur essendo, come dice il nome, molto leggera.
- Lampada a sospensione 0024: lampada dalla forma cilindrica realizzata nel 1931 per conto di Luigi Fontana, con cui Ponti darà poi vita al sodalizio artistico Fontana Arte. È composta da dischi orizzontali in vetro temprato trasparente separati tra di loro da degli spazi vuoti, con al centro un cilindro in vetro contenente la fonte luminosa.
- Libreria a parete D.357.1: libreria a parete disegnata tra il 1956 e il 1957 per la casa abitata dallo stesso Ponti a Milano in via Dezza. Prodotta da Molteni, è un oggetto pensato per riorganizzare gli spazi con modernità.
- Ceramiche Richard-Ginori: ceramiche e porcellane disegnate da Ponti tra il 1923 e il 1930 per la Richard-Ginori, di cui era direttore artistico. Si tratta di vasi, piatti e piccoli oggetti decorativi che svecchiano la produzione classica con creatività e originalità.
- Poltrona Gabriela: poltroncina dalla caratteristica forma inclinata creata nel 1972. Ha una struttura in acciaio cromato e le imbottiture rivestite in vinilpelle.
Immagini
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