Busto di santo, Francesco Fracanzano (1612 – 1656)

Francesco Fracanzano (Monopoli, 9 luglio 1612 – Napoli, 1656)

Volto di Santo

Olio su tela, cm 74 x 53

La presente Testa di santo racchiusa in una spettacolare cornice può essere attribuita al pittore Francesco Fracanzano (Monopoli, 9 luglio 1612 – Napoli, 1656). Nato in Puglia, arriva a Napoli già nel 1622, dove, come suo fratello Cesare, lavora a partire dal 1630 circa inizialmente nell’officina del pittore Jusepe de Ribera; Il De Dominici accenna all’attività del Fracanzano nella bottega del Ribera affermando che: ”il maestro molto lo adoperava nelle molte richieste di sue pitture… mezze figure di santi e di filosofi”. Nel 1632 Sposa la sorella di Salvator Rosa di cui ne diventa il maestro.

Fracanzano ha partecipato alla rivolta del Masaniello della povera popolazione di Napoli nel 1647 contro l’aumento delle imposte spagnole, dopo la cui repressione è stata evitata solo da amici influenti. Muore nel 1656 durante un epidemia di peste

Tra le sue prime commissioni vi sono le Scene della vita del San Gregorio Armeno della cappella di S. Gregorio Armeno nell’omonima chiesa napoletana. Alla produzione iniziale del Fracanzano vanno ascritti, per omogeneità di caratteri compositivi e per una sostanziale adesione al “tremendo impasto” di matrice riberesca, l’Uomo che legge del Museo provinciale di Lecce, il Gesù tra i dottori della quadreria del Gesù Nuovo, il Ritorno del figliuol prodigo, Lot e le figlie della cattedrale di Monopoli, alcuni degli Apostoli, conservati presso il convento di S. Pasquale a Taranto, e il cosiddetto Ritratto di Ludovico Carducci Artemisio. Tra i suoi quadri più famosi vi sono l Baccanale del Fogg Art Museum di Cambridge e il Trionfo di Bacco del Museo nazionale di Capodimonte, nel quale la corposità materica sottolineata dal vigoroso effetto luministico si accompagna a un più acceso cromatismo, sostenuto dal caratteristico arrossamento dei volti.

La rappresentazione di mezze figure di santi e filosofi, investigati con crudo realismo, secondo una moda nata nella bottega del Ribera a Napoli ed affermatasi poi anche in provincia grazie ai suoi discepoli viene ripresa, come nel seguente caso, anche da Francesco Fracanzano che è tra i più convinti seguaci del valenzano. Lavorando con il Ribera ne recepì la stessa predilezione per la corposità della materia pittorica e ripropose spesso i soggetti più richiesti dalla committenza: studi di teste e mezze figure di filosofi e profeti su fondo scuro. Si tratta spesso di poderosi personaggi vestiti di rudi panni, con attributi iconografici irrilevanti che solo con l’ausilio della fantasia ne permettono a volte l’identificazione.

Un rimando può essere ravvisato con le tele del Museo di Capodimonte raffiguranti San Pietro e San Gerolamo ma anche l’Uomo con cartiglio della Fondazione de Vito e il San Pietro di Caserta.

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