XVI secolo
Olio su tela, cm 192 x 124
Tommaso Bona (Brescia, 1548-1614)
San Benedetto da Norcia
Olio su tela, cm 192 x 124
Perizia Prof. Sava
Il dipinto preso in esame raffigura in fondatore dell’odine benedettino con i suoi classici contributi iconografici; partendo dalla figura del santo, notiamo come il nostro pittore lo vesta con la classica cocolla bianca, caratterizzata da lunghe pieghe verticali scanalate, le quali si accartocciano morbidamente a terra. Anche gli oggetti che accompagnano San Benedetto sono classici della sua iconografia, come il pastorale abbaziale e il libro della regola. Spostando l’attenzione al paesaggio che lo circonda, notiamo un brullo terreno con rovi, alludente alle insidie del peccato e alla penitenza cui è chiamato il monaco per raggiungere lo stato di perfezione cristiano. Il corvo nero in basso a sinistra ricorda uno dei tentativi di avvelenamento subiti dal Santo, mentre il tronco d’albero reciso che produce linfa è un chiaro richiamo alla vita nuova vita dopo la morte. L’azzurro cielo chiazzato da grigie nubi crea quel contrasto che fa apparire l’immagine di San Benedetto ancora più candida.
Il dipinto è contraddistinto da quel forte accento bresciano che richiama i grandi protagonisti della scuola della città, come il Savoldo (ca. 1480-post 1548) e soprattutto il Moretto (1498-1554). L’opera è però anche caratterizzata da quel sapore tardo rinascimentale il quale contraddistinse la città nella seconda metà del Cinquecento. In questo contesto visse Tommaso Bona, pittore nato a Brescia nel 1548. Il Bona esordì nell’ambito morettesco, come possiamo notare in opere cui Crocifisso tra San Rocco e San Sebastiano, dove l’insegnamento del pittore più anziano è visibile soprattutto nel San Rocco. Dipinto del Bona che rivela la stessa sensibilità del nostro San Benedetto è la Santa Lucia nella parrocchiale di Concesio, in provincia di Brescia, nel quale troviamo anche lo stesso cielo azzurro impastato di blu con nuvole grigiastre. Molto attento al dato architettonico e scenografico, in stretta osservanza dei canoni veronesiani, del Bona sono anche degni di nota le grandi tele con Episodi della vita di San Pietro per il soffitto della cattedrale a lui dedicata nella città bresciana, alcune delle quali ora alla Pinacoteca Tosio Martinengo, eseguite insieme al coetaneo Pietro Marone.
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