L’incrocio fra Art Week e Design Week a Milano ha generato un groviglio di ispirazioni creative senza precedenti: con un’offerta culturale all’altezza di qualsiasi altra metropoli europea, MiArt prima ed Il Salone del Mobile ora permettono a Milano di emergere, ancora e forse più di prima, come capitale indiscussa della creatività contemporanea.
Attorno alla fiera d’arte contemporanea di Milano hanno gravitato diversi progetti: lo Stonhenge di gomma nel parco di Citylife – annoverato a metà fra top e flop da Artribune – è stato un tocco anti classico non indifferente, inaugurazioni presso gallerie di arte contemporanea, programmi speciali presso i Musei della città ed eventi outdoor sparsi per le strade fra cui il progetto Time to Art di Swatch e l’Istituto europeo di design, che sul corso di Via Montenapoleone ha portato una ventata d’aria fresca fra storia e design, creando un clima di intrattenimento quieto e delicato, ma sempre attivo ad ogni angolo della città.
Se Artefiera a Bologna lo scorso febbraio ha confermato un trend di classicità e consuetudine di tutto rispetto, MiArt lascia spazio all’inventiva ed osa di più: dagli stand monografici che mettono a confronto due artisti emergenti all’anticipazione design del Salone del Mobile che ha conferito una continuità alle due manifestazioni culturali che in questi giorni stanno animando Milano.
La creatività contemporanea come motore di ricerca per uno sviluppo sociale sostenibile e democratico non parte certo dalle fiere di mercato, tuttavia, Milano ha dimostrato come gli eventi collaterali di accompagnamento alla fiera, primi fra tutti i progetti all’interno dei Musei, possano contribuire alla democratizzazione dell’arte, tema diffuso negli ultimi anni.
Il Museo del Novecento ha infatti inaugurato la mostra INVITO ’18, dedicata al vincitore del premio ACACIA-Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana: il protagonista di questa quindicesima edizione è l’artista Rä di Martino, che con Copies récentes du paysages ancienne/ Petite histoire des plateaux abandonnès (2012) e l’opera fotografica The Sun or an Electric Light # 7 (2017) entra a far parte della collezione ACACIA dedicata al Museo. Nel primo caso si tratta di un video in cui l’artista riprende nel deserto marocchino le vecchie scenografie cinematografiche e le contestualizza allo stato attuale. Si vedono infatti abitanti del luogo che si inseriscono in questo contesto apocalittico, in un silenzio assordante che crea una memoria collettiva. La musica di sottofondo è la rivisitazione di diverse colonne sonore del passato che contribuisce alla creazione di questa atmosfera insolita, pericolosamente silenziosa e surreale. Di accompagnamento, la fotografia The Sun or an Electric light #7 e la scultura esposta in mostra: gli oggetti apparentemente anonimi che proiettano ombra, siano essi naturali o artificiali, chiamano ad una riflessione sul rapporto fra l’oggetto statico e la sua proiezione, l’elemento ontologico dell’arte si mostra nudo e crudo in questa White Box del Museo del Novecento.
Due settimane di aperture straordinarie ed ingressi gratuiti hanno sicuramente contribuito alla vivacità di una città già di per sé al centro delle attenzioni del grande pubblico. Quello che ci si augura è che l’effetto uragano di eventi di questo tipo possano fungere da catalizzatore dei processi culturali fervidi che occupano molti luoghi pubblici. Milano come esempio di creatività culturale italiana è sicuramente utile, quello che c’è da auspicarsi è che molte altre città ne seguano l’esempio, per agevolare l’arte Made in Italy del nostro Paese.
Eleonora Rebiscini, storica dell’arte e aspirante blogger, inizia ad affacciarsi nel mercato dell’arte contemporanea.
Passatempo preferito: scattare fotografie al museo e pubblicarle su instagram con @elancora.