cm 39 x 51
Scuola fiamminga, XVII secolo
Il conferimento del primato a Pietro
Olio su tela, cm 39 x 51
Con cornice, cm 54 x 66
L’interessante dipinto qui presentato, attribuibile per caratteristiche stilistiche e formali ad un pittore fiammingo del Seicento, raffigura puntualmente l’episodio del Conferimento del primato a Pietro, ben descritto dal Vangelo di Giovanni (21,15-17). La scena si svolge dopo la risurrezione di Cristo, qui rappresentato già glorificato, come dimostra la presenza della croce con il vessillo (Chrismon), a torso nudo e con mantello rosso secondo la tradizione iconografica felicemente inaugurata da Piero della Francesca nella sua Resurrezione conservata al Museo Civico di Sansepolcro e poi ripresa dai più grandi artisti, tra cui si distinsero Andrea Mantegna e, successivamente, Caravaggio.
Dopo una nottata di pesca infruttuosa sulle acque del lago di Tiberiade, nei pressi della città omonima visibile sullo sfondo, alle prime luci dell’alba Gesù apparve ai discepoli sulla riva, invitandoli a gettare le reti a destra dell’imbarcazione, le quali immediatamente si riempirono miracolosamente di pesci. Sulla barca, in primo piano, si collocano rispettivamente gli apostoli Giovanni, Giacomo, Bartolomeo detto Natanaele, Tommaso detto Dìdimo e altri due non specificati dal vangelo, mentre Pietro, riconosciuto il Signore, si getta in acqua per raggiungerlo. Sulla riva risulta ben visibile la brace ardente con i pani e i pesci pescati che Cristo offrirà agli apostoli, prima di porre la celebre domanda a Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Per tre volte Gesù interroga l’apostolo, in ricordo del triplice rinnegamento di costui durante la Passione, e per tre volte Pietro afferma di amarlo. Successivamente, rivolgendosi nuovamente a lui, dirà per tre volte “Pasci i miei agnelli”, “Pasci le mie pecorelle”, conferendogli così una missione particolare, ovvero l’intera cura del suo gregge: così facendo, si sottolinea il ruolo di Pietro come pastore del gregge di Cristo, chiamato a prendersi cura dei fedeli, nutrirli con la Parola di Dio e guidarli verso la salvezza. Questo episodio è stato interpretato dalla Chiesa cattolica come la conferma del primato di Pietro, già preannunciato in Matteo 16,18 (“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”). Il primato di Pietro si traduce nella sua autorità di guidare la Chiesa, di confermare i fratelli nella fede e di essere il punto di riferimento per l’unità dei cristiani. L’essenza di questo passaggio così solenne viene rappresentata in una composizione di grande chiarezza narrativa, in cui la disposizione dei personaggi permette allo spettatore di individuare con immediatezza l’episodio narrato e cogliere primariamente l’intenso gioco di sguardi tra maestro al suo discepolo. Il tema del Conferimento del primato a Pietro si rivela particolarmente fortunato per quanto concerne la pittura sacra Seicentesca, non solo in Italia, ma anche nelle Fiandre.
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