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Misure

Olio su tela, cm 49 x 115

Descrizione

Scuola fiamminga del XVII secolo, da Raphael Sadeler

La famiglia di Enoch

Olio su tela, cm 49 x 115

Con cornice cm 68 x 134

 

 

Derivante da un’incisione di Johannes I (Jan) Sadeler (Bruxelles, 1550 – Venezia, 1600), il dipinto in esame restituisce pittoricamente l’episodio narrato nella Genesi. Nato a Bruxelles, Jan Sadeler apparteneva ad una famiglia che si dedicò con successo alla produzione, all’edizione e alla diffusione sul mercato delle stampe. Jan fu il primo a praticare l’arte del bulino.

Enoch e la sua famiglia, composta dal fratello Idris e la sorella Azrial, insieme ai genitori Iared e Baraka, pregano prima di concedersi un pasto frugale, mentre l’inserviente esce dalla casa con l’elemosina per i poveri. La narrazione prosegue poi nel dettagliato brano di paesaggio in cui si svolge l’azione, con l’assunzione al cielo di Enoch durante un sacrificio. Secondo l’Apocalisse, Enoch tornerà sulla terra, con il profeta Elia, per combattere l’ Anticristo.

Enoch è un personaggio biblico antediluviano, sesto discendente diretto di Adamo ed Eva lungo la linea di Set (la cosiddetta “grande genealogia dei Setiti” citato nel Libro della Genesi (5, 21-23[1]) e nella Lettera di Giuda dove si dice espressamente che fu “il settimo [patriarca] dopo Adamo” (Giuda 14[2]).

Figlio di Iared, genera a sua volta Matusalemme, il nonno di Noè. Particolare è la sua fine: “Enoch visse in tutto 365 anni, e camminò con Dio, poi non fu più veduto, perché Iddio lo prese”. Questo enigmatico versetto ha fatto nascere la tradizione secondo cui egli sarebbe stato rapito in Cielo (come avverrà in seguito al profeta Elia). “Enoch piacque al Signore e fu rapito, esempio istruttivo per tutte le generazioni”, dice infatti di lui Siracide 44, 16[3]. Così lo si ritrova anche nel Nuovo Testamento: “Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Prima di essere trasportato via, ricevette la testimonianza di essere stato gradito a Dio” (Ebrei 11, 5). Questo istante è rappresentato nel dipinto in esame nel paesaggio in secondo piano, episodio consequenziale alla narrazione in primo piano.

L’incisone di Sadeler trae spunto da un dipinto di Gillis Mostaert (Hulst 1534 circa – Anversa 1598) conservato al Voronezh Regional Art Museum. Allievo di Jan Mandijn, è autore di paesaggi animati da episodî biblici e da scene di guerra (Incendio di Troia, Sodoma e Gomorra, Colonia, Wallraf-Richartz Museum). Le sue opere sono state spesso confuse con quelle di Marteen van Cleve. Pittore di paesaggi fu anche il fratello gemello Frans (m. 1560).

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