XVI secolo
Olio su tela, cm 53 x 61
Maestro veneto del XVI secolo, 1530 -1550
Madonna con Bambino e S. Giovannino
Olio su tela, cm 53 x 61
Con cornice, cm 67 x 73
l dipinto riprende la tradizione veneta e in particolare tizianesca delle Sacre Conversazioni a mezze figure ambientate in idillici paesaggi. L’opera in esame vede un intenso gioco di sguardi tra la Madonna con il Bambino, a sua volta San Giovannino posto alla destra del gruppo guarda con ardore reverenziale la coppia.
La scena, come da tradizione veneta che guarda a Tiziano, Bellini, Cima da Conegliano, è inquadrata da una fittizia architettura classica che si apre su un paesaggio, qui in apertura su una vallata con città e mura turrite. Invece, tra le nubi che minacciano tempesta spunta una figura umana, Dio Padre avvolto dalla luce divina.
I tratti minuti dei volti e delle figure, la tecnica pittorica possono invece accostarsi all’opera di Francesco Vecellio, fratello più anziano di Tiziano e suo seguace. Il pittore, ben radicato nella tradizione pittorica veneta del XVI secolo, sembra guardare con attenzione le opere del Vecellio: si veda ad esempio il Sacra Famiglia con San Giovanni Battista di collezione privata, soprattutto nel trattamento della figura della Vergine o ancora la Madonna in trono della Pieve di Sedico, per l’atteggiamento eretto del Bambino.
La data di nascita Francesco Vecellio è incerta, stimata tra il 1475 e il 1483. Si formò artisticamente a bottega del fratello a Venezia, seguendolo anche in alcune sue trasferte, come quella a Ferrara nel 1515.
Francesco era un pittore di talento, ma la sua fama è stata oscurata da quella del fratello maggiore. Si dedicò principalmente a opere di carattere religioso, realizzando affreschi e pale d’altare per diverse chiese del Veneto. Tra le sue opere più importanti si ricordano: Le portelle d’organo della Chiesa di San Salvador a Venezia (1530): considerate la sua opera più autonoma e di maggior valore artistico; la Pala di San Giovanni Battista nella Chiesa di Pieve di Cadore (1540), gli Affreschi nella Chiesa di Santa Lucia di Pieve di Cadore (1550). Oltre alla pittura, Francesco Vecellio fu anche un abile scultore e architetto. Si dedicò a queste attività soprattutto nella sua terra natale, dove progettò e realizzò diverse opere architettoniche.
Da citare anche l’utilizzo della tela a spina di pesce, supporto particolarmente diffuso in ambito veneto.
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