Allegoria della Fede, Gaspare Diziani (1689 – 1767)

Gaspare Diziani (Belluno, 24 gennaio 1689 – Venezia, 17 agosto 1767)

Sacra Famiglia in gloria con San Pietro e Sant’Elena (Allegoria della fede)

Olio su tela sagomata, cm 71 x 106

Scheda Critica Prof. Alberto Crispo

Raffigurata al centro della composizione, in una celeste visione di nuvole e luce divina, la Sacra Famiglia appare a due santi: il primo identificabile con facilità dalla presenza della chiavi è San Pietro la seconda, vestita con preziose vesti e adornata con un corona, è sant’Elena, madre di Costantino e colei che ritrovò la reliquia della Santa Croce. 

E’ questo un mirabile esempio della produzione di Gaspare Diziani, uno tra i più importanti pittori del Settecento veneto. Si guardino le evidenti affinità ad altre opere autografe del Diziani come la Santa Cecilia e angeli del  Museo del Settecento Veneziano  o l’Annunciazione del Museo Civico di Belluno, in cui il volto e l’atteggiamento delle figure femminili  ben si accostano a quelle della santa. 

La figura di San Giuseppe si avvicina invece alle figure canute dell’Ultima Cena di Collezione Privata e dell’ Adorazione dei Magi del Museum of Fine Art di  Budapest. Mentre, la nitida vivezza dell’invenzione cromatica, si ritrova in opere come la Danae del Museo di Grenoble o la Vergine e Bambino con santi della Chiesa dei Santi Apostoli, Venezia

Gaspare Diziani è stato a lungo considerato il più importante successore del suo maestro Sebastiano Ricci (1659-1734). Nato a Belluno nel 1689 fu allievo di Antonio Lazzarini, ultimo interprete provinciale del tenebrismo barocco. La vera formazione artistica la ebbe però a Venezia negli anni 1709-1711, prima nella scuola di Gregorio Lazzarini e successivamente, e con maggior profitto, in quella del conterraneo Sebastiano Ricci. Probabilmente già prima del 1709 fu attivo in patria, con tele per il duomo e per la chiesa di S. Stefano. Diziani acquisì nel corso della sua vita una grande notorietà, soprattutto grazie all’ideazione di scenografie teatrali, che gli permise di essere chiamato al servizio di Augusto III di Sassonia a Dresda e anche a Monaco di Baviera. 

Nel 1720 rientrò a Venezia, soggiornandovi fino al 1726, quando, su invito del cardinale Pietro Ottoboni, si spostò per un breve periodo a Roma, dove lavorò per S. Lorenzo in Damaso. Nel 1727 realizzò l’Estasi di san Francesco in S. Rocco a Belluno mentre nel 1733 realizza le quattro grandi tele nella sacrestia di S. Stefano a Venezia. Al 1748 datano le decorazioni dello scalone dei Gesuiti e del salone di Ca’ Zenobio ai Carmini, entrambi a Venezia, e quelle in palazzo Spineda a Treviso. Tra il 1750 e il 1751 fu a Bergamo, dove affrescò il soffitto di S. Bartolomeo

La frequenza e il tenore di tali commissioni testimoniano come il Diziani, a partire dal quinto decennio del Settecento, fosse ormai uno tra i principali interpreti della pittura di figura veneziana, apprezzato per il suo linguaggio semplice quanto raffinato e spettacolare, contraddistinto da un vibrante cromatismo; non per ultimo nel 1755 fu uno dei fondatori dell’Accademia veneziana di pittura e nel periodo 1760-62 ne divenne il presidente, rieletto nel 1766. Morì improvvisamente a Venezia il 17 agosto del 1767.

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